Irlanda, la nostra guida al primo voto post-Brexit

Pubblicato il 8 Febbraio 2020 alle 10:29 Autore: Alberto Gelsomino

Perchè si vota anticipatamente?

La tornata elettorale di oggi si è resa necessaria dopo che lo scorso 14 Gennaio il Primo Ministro Leo Varadkar ha chiesto al Presidente la dissoluzione della Dáil Éireann, la camera bassa del Parlamento, comunicando a quest’ultimo di non poter più portare avanti il suo governo di minoranza.

Il Presidente Michael D. Higgins (sinistra) e il Primo Ministro Leo Varadkar firmano lo scioglimento anticipato della camera bassa

Il governo di Varadkar e del suo partito Fine Gael (liberal-conservatori) si è insediato in seguito alle elezioni del 2016 come un esecutivo di minoranza. Quest’ultimo poteva contare infatti solamente sui propri deputati, 47 su 158, e su 6 deputati indipendenti, reggendosi sull’astensione e la fiducia anche del partito conservatore-nazionalista Fianna Fáil, coi suoi 45 eletti.

Com’è composta la Camera uscente?

 

I temi della campagna elettorale

Tra i temi principali della campagna vi sono:

  • Il sistema sanitario nazionale
  • Le politiche per la casa

Secondo un recente sondaggio, il 40% degli elettori ritiene che il sistema sanitario sia la questione più importante che dovrà essere affrontata dal futuro governo.

L’Irlanda offre un sistema sanitario pubblico gratuito per i meno abbienti, tuttavia il 60% della popolazione anticipa il costo delle spese per medicinali e visite mediche e il 40% dei cittadini decide di affidarsi a cure mediche private a causa del sovraffollamento delle corsie ospedaliere.

Varadkar ha dichiarato che il proprio partito, qualora dovesse vincere, investirà fondi aggiuntivi nel sistema sanitario nazionale, mentre McDonald (Sinn Féin) si è concentrata principalmente sulla necessità di ampliare le capacità degli ospedali, aumentando i posti letto e diminuendo il tempo di attesa dei pazienti.

Martin (Fianna Fáil) ha espresso la volontà raddoppiare il budget del National Treatment Purchase Fund, un fondo governativo creato al fine di diminuire i tempi di attesa.

 

Sempre secondo il sondaggio citato precedentemente il 32% dell’elettorato ritiene che le politiche per la casa dovrebbero essere una priorità per il prossimo esecutivo. Infatti una domanda superiore all’offerta di abitazioni, soprattutto nei principali centri urbani del paese, ha causato un aumento drastico dei costi degli affitti. Nel solo mese di Novembre gli affitti sono aumentati del 5% mentre dal 2010 ad oggi gli affitti nella capitale irlandese Dublino sono pressoché raddoppiati. Conseguentemente, per i giovani risulta sempre più difficile far fronte ai costi della locazione in aree urbane e gli acquisti di prime case continuano a scendere, mentre le cifre dei senza tetto in giro per il paese, secondo dati governativi, hanno raggiunto livelli record.

Varadkar ha riconosciuto che “bisogna fare di più”, promettendo un intervento diretto del governo nella questione casa tramite la costruzione di case popolari.

McDonald ritiene che le recenti politiche sulla casa siano state una “catastrofe sociale ed economica”, promettendo la costruzione di 100.000 nuove abitazioni nei 5 anni di governo.

Martin ha dichiarato che l’attuale esecutivo ha fatto ben poco per migliorare il “caro casa” ed ha affermato che il paese ha bisogno di una nuova piattaforma per rivitalizzare il settore immobiliare in modo innovativo.

Non sembra invece essere di rilievo nelle preoccupazioni degli elettori la questione Brexit che con lo scorso 31 Gennaio ha formalizzato l’uscita del Regno Unito dalla Unione Europea, rendendo il confine tra Irlanda e Irlanda del Nord la nuova frontiera tra il reame di Sua Maestà e la comunità europea.

Se la libera circolazione dei cittadini irlandesi è stata garantita dall’accordo di divorzio, continua ad aleggiare lo spettro di una Hard Brexit, una separazione che a livello commerciale si tradurrebbe in tariffe, dazi e controlli doganali, scenario temuto dal mondo imprenditoriale britannico e irlandese vista l’interdipendenza delle due economie.

Chi sono i leader in campo?

I principali sfidanti della tornata elettorale di domenica saranno:

Leo Varadkar: Primo Ministro uscente e leader di Fine Gael. È il più giovane Taoiseach (Primo Ministro) nella storia del paese. A soli 38 anni vinse il la sfida per la leadership del partito Fine Gael, rimpiazzando il precedente leader Enda Kenny nel 2017. Varadkar proviene da una famiglia di origine indiana da lato paterno ed è stato il primo capo di governo dichiaratamente omosessuale. Social-liberale su argomenti come i diritti civili, è considerato alla destra del proprio partito su temi economici e fiscali.
Fine Gael si siede tra i banchi del Partito Popolare Europeo a Bruxelles e può essere considerato un partito di centro-centrodestra.

 

Michael Martin: leader di Fianna Fáil dal 2011. Durante lo stesso anno, alla sua prima elezione generale alla guida del movimento subì la sconfitta più pesante mai sostenuta da un partito di un governo uscente perdendo 51 dei 71 seggi. Tale sconfitta è soprattutto da imputare alla guida del paese durante la crisi economica del 2008-2009. Da allora i repubblicani di Fianna Fail hanno provato a ricostruire l’immagine di partito efficiente ed affidabile in tema di amministrazione della cosa pubblica.
Al Parlamento Europeo siede tra i banchi del gruppo ALDE del quale però non supporta tutte le posizioni sulle libertà civili. È considerato maggiormente nazionalista e conservatore rispetto a Fine Gael.

Mary Lou McDonald: leader di Sinn Féin dal 2018, anno in cui è succeduta al leader storico Gerry Adams.
Presente anche in Irlanda del Nord, SF è un partito irlandese nazionalista e repubblicano di sinistra che da sempre fa della riunificazione dell’isola il principale obiettivo politico. Siede tra i seggi GUE/NGL al Parlamento Europeo. Tra le proposte che porta avanti con più veemenza vi è un referendum sulla riunificazione dell’isola da tenersi entro il 2025.

 

Qual è il sistema elettorale?

I membri della Dáil Éireann sono stati portati dagli uscenti 158 ai futuri 160 in seguito alle modifiche richieste da una commissione costituzionale creata ad hoc per rivedere il numero dei parlamentari, in modo che rappresentassero un rapporto di un membro eletto ogni 30.000 cittadini.

Saranno tuttavia in palio soltanto 159 dei 160 scranni dal momento che il Ceann Comhairle (il Presidente dell’Assemblea) è di diritto rieletto automaticamente qualora scegliesse di ripresentarsi. L’uscente Presidente è Seán Ó Fearghaíl di Fianna Fáil.

Il sistema elettorale divide il territorio in 39 circoscrizioni, ognuna delle quali elegge dai 3 ai 5 deputati con il sistema del singolo voto trasferibile, una formula proporzionale che permette all’elettore di ordinare progressivamente i vari candidati del collegio indicati sulla scheda dal primo all’ultimo, in base al proprio gradimento. È sufficiente indicare almeno la prima preferenza.

Prima di procedere allo spoglio delle schede viene calcolata la Droop quota, ovvero il numero di voti minimo che i candidati dovranno raggiungere per suddividersi tutti i seggi a disposizione, secondo la seguente formula:

Quota = Voti validi totali/ (seggi in palio+1) +1

Si procede quindi a conteggiare le prime preferenze per ciascun candidato, risultando eletti direttamente solo quei candidati che avranno superato la Droop quota. Qualora nessun candidato dovesse superare tale quota si procede ad escludere il rivale che ha ottenuto il minor numero di prime preferenze e le sue schede verranno ridistribuite sugli altri candidati in base alla seconda scelta espressa dagli elettori. Qualora non fosse ancora raggiunto il numero dei voti minimo previsto dalla Droop quota per l’attribuzione del seggio, si procederà a ripetere l’operazione di esclusione con il successivo ultimo candidato.

Se un candidato riesce invece ad esser eletto direttamente, i voti in eccesso alla Droop quota vengono trasferiti secondo le indicazioni degli elettori (ovvero tenendo conto delle scelte successive alla prima presenti sulle schede del candidato già eletto). Non saranno trasferite tutte le schede del candidato già vincitore ma solo il numero di schede pari ai voti eccedenti alla Droop quota. Per scegliere quali schede trasferire si applica un sistema proporzionale sui voti di seconda preferenza espressi su tutte le schede del candidato eletto. Il procedimento di trasferimento dei voti e di eliminazione dei candidati con minor numero di prime preferenze prosegue fino all’assegnazione di tutti i seggi in palio nel collegio.

 

Cosa dicono gli ultimi sondaggi?

Gli ultimi sondaggi rilevano un clamoroso balzo in avanti del partito repubblicano e socialista democratico Sinn Féin, nato come organo politico dell’IRA (la formazione paramilitare che ha combattuto per la riunificazione dell’Irlanda).

Ciò nonostante il movimento ha escluso la partecipazione ad un governo di coalizione senza l’impegno di iniziare immediatamente a pianificare un referendum di riunificazione con la parte nord dell’isola, appartenente al Regno Unito, entro il 2025.

A questo punto potrebbe essere necessaria una grande coalizione tra Fine Gael (liberal-conservatori) del Primo Ministro uscente e Fianna Fáil (conservatori-nazionalisti), i due partiti mainstream che hanno praticamente sempre governato l’Irlanda repubblicana.

Legenda:

  • S-PBP: anticapitalisti, repubblicani
  • Sinn Féin: socialisti democratici, repubblicani
  • SD: socialdemocratici del modello nordico, repubblicani
  • Labour Party: socialdemocratici
  • GP: ambientalisti
  • Fianna Fáil: conservatori-nazionalisti
  • Fine Gael: liberal-conservatori

 

Ipsos per Irish Times: 1 Febbraio 2020

Red C per Business Post: 31 Gennaio 2020

Panelbase per The Times: 25 Gennaio 2020