L’eccesso di mortalità provincia per provincia, tutti i dati

Pubblicato il 17 Febbraio 2022 alle 17:55
Aggiornato il: 18 Febbraio 2022 alle 18:43
Autore: Gianni Balduzzi
eccesso di mortalità

L’eccesso di mortalità provincia per provincia, tutti i dati

Già a livello regionale l’impatto del Covid negli ultimi due anni è stato assolutamente diseguale, ma a testimoniare la modalità molto concentrata con cui agisce la pandemia vi sono a maggior ragione i dati per provincia.

Da cui si evince come in realtà anche vicine l’indicatore per eccellenza, quello meno controverso, ovvero l’eccesso di mortalità, presenta valori veramente molto differenti.

Di seguito (meglio visualizzabile su Desktop) l’andamento della mortalità nei vari anni per ogni provincia, che è possibile selezionare in basso.

Se da un lato per esempio la provincia di Bergamo vede 6.091 decessi nel solo marzo 2020 contro i meno di 1000 consueti, altrove lo stesso impatto non si vede, per esempio a Roma, dove tra maggio e luglio di due anni fa vi sono stati addirittura meno morti che nel 2015-2019. E piuttosto aumentano, ma senza arrivare alle anomalie della bergamasca, in autunno. E anzi, come soprattutto accade nel Mezzogiorno, sono di più nella primavera 2021 che in quella 2020

La mappa è però forse lo strumento migliore per capire le differenze tra le provincie. In questo caso da selezionare è il mese, per il 2020 o il 2021 (fino a novembre)

Così se a marzo e aprile è la Lombardia ad avere i colori più accesi in estate si nota un andamento più a macchia di leopardo, tipico di quando i contagi sono più bassi, e tanti luoghi qua e là in cui anzi di eccesso di mortalità non ce n’è, a fianco di quelli in cui è superiore al 10%.

A dicembre a essere colpito è il Nordest, mentre nella bergamasca, forse a causa di una sorta di immunità di gregge e della morte di tanti anziani fragili, i numeri si mantengono piccoli.

Così nel gennaio 2021. Mentre nell’aprile si nota un picco in Puglia. In provincia di Bari l’eccesso di mortalità mensile arriva al 61,1%. E a giugno si nota un deficit in diverse aree del Piemonte e del Friuli, ma anche in provincia di Roma.

L’estate scorsa è stata caratterizzata dall’arrivo della variante Delta e dall’incremento inaspettato dei contagi. Questi hanno prodotto, in luglio e agosto, mortalità in eccesso soprattutto laddove in precedenza non vi era stata, ovvero in Sicilia, Calabria, Sardegna.

Più tranquilla è stata la situazione a settembre, ottobre e novembre, prima dell’arrivo di Omicron. I divari tra le diverse aree del Paese sono stati minori, e non si sono superati eccessi del 20%

Le province più e meno colpite per ogni mese

La seguente infografica mostra in modo ancora più diretto, per ogni mese del 2020 e del 2021, quali sono le province che hanno visto il maggiore eccesso di mortalità, mettendole in ordine

Come si sa bene il triste record nel primo caso va a Bergamo con un +60,6% per lo scorso anno, mentre è a Catanzaro che si è registrato il minore incremento dei decessi rispetto alla media, solo lo 0,3%, seguita da Salerno, e poi Caltanissetta e Siena.

Il 2021 si apre con un record di deficit di mortalità proprio per Bergamo: a gennaio il numero dei decessi è del 17,1% inferiore alla media, e supera, in questo primato positivo, anche tutte le province del Sud.

Sono in generale le aree più a Nord del Paese, come Trento, Belluno, Sondrio, Aosta, Verbania a presentare meno morti, e anzi deficit di mortalità superiori al 10%. In febbraio e maggio, però, è Grosseto ad avere minore mortalità, a paragone con quella del 2015-19, in marzo Enna, in aprile Vibo Valentia, in giugno Aosta, come a luglio.

In primavera e estate come si diceva il contagio fa più vittime al Sud. Taranto in aprile ha il 66,2% in più di decessi, Bari il 64,9%. A maggio tocca a Barletta-Andria-Trani il triste primato, e così anche in luglio.

Non è un caso che la Sicilia fosse tornata allora in zona gialla. Nel Mezzogiorno probabilmente vi erano molti soggetti non ancora contagiati, sia tra i vaccinati che tra i non vaccinati, e più soggetti al virus. Degno di nota è il +50,1% di Ragusa in agosto.

Dopo mesi di calo dei contagi (fa eccezione la piccola Isernia in ottobre), dai dati più recenti dell’Istat, quelli di novembre, è visibile l’effetto dell’arrivo dei casi di Covid dall’Est nelle aree confinanti del Friuli. Con Trieste che proprio quel mese ha visto un eccesso di mortalità del 43,5%.

Non sono ancora disponibili i dati dettagliati, provincia per provincia, riguardanti l’ondata di Omicron. La capacità di questa variante di reinfettare ha riportato il virus anche dove aveva già colpito duramente. E se sappiamo che questa variante è stato meno letale, questo inverno la mortalità è comunque risalita. Vedremo in seguito in particolare dove e quanto questa ha superato la media del 2015-19.

Sarà importante anche capire quanto l’eccesso di mortalità sia stato provocato dal virus, e quanto dalla minore capacità del sistema sanitario di curare le malattie tradizionali, o ancora quanto dalla reticenza degli italiani ad andare a fare esami preventivi. Ma ne parliamo altrove.

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L'autore: Gianni Balduzzi

Editorialista di Termometro Politico, esperto e appassionato di economia, cattolico- liberale, da sempre appassionato di politica ma senza mai prenderla troppo seriamente. "Mai troppo zelo", diceva il grande Talleyrand. Su Twitter è @Iannis2003
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