Bonus mobili 2021: cos’è, come funziona e scadenza

Pubblicato il 24 Settembre 2021 alle 15:21 Autore: Claudio Garau
Certificazione energetica elettrodomestici 2021

Bonus mobili 2021: cos’è, come funziona e scadenza

Nel vastissimo ambito di bonus, agevolazioni e incentivi varati a seguito della pandemia e dei nefasti effetti che ne sono derivati, intendiamo di seguito ricordare che esiste anche il cd. bonus mobili 2021.

Ma attenzione: si tratta di un incentivo disponibile per poco tempo. A meno di ulteriori proroghe, fino al 31 dicembre di quest’anno. In concreto consiste in una detrazione Irpef per per quanto attiene alla fase di acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (A o al di sopra per i forni e lavasciuga), che servono ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione.

Daremo qualche informazione di dettaglio proprio in tema di bonus mobili, per non rischiare di perdere questo interessante beneficio.

Bonus mobili 2021: di che si tratta?

Il cd. bonus mobili 2021 è stato riconfermato dalla legge di bilancio e consiste in buona sostanza in una detrazione fiscale del 50% sull’acquisto di nuovi mobili per la casa.

La citata agevolazione fa parte del meccanismo del bonus ristrutturazione e la detrazione scatta su un massimo di 16mila euro, contro il precedente massimo di spesa (10mila euro). Detta misura di natura fiscale è inclusa in un piano di incentivi introdotti dalle istituzioni, per favorire l’iter di ristrutturazione delle unità abitative.

Ecco perchè può pacificamente sostenersi che il bonus mobili sia legato alla ristrutturazione dell’immobile e si può sfruttare, soltanto se la data di inizio dei lavori di ristrutturazione è anteriore rispetto all’acquisto dei mobili e degli elettrodomestici per i quali l’interessato intende sfruttare l’agevolazione fiscale.

Attenzione però: la ristrutturazione può essere anche riferita ad una sola stanza della casa: ad es., se si ristruttura il salotto, si avrà comunque il vantaggio di detrarre il 50% delle spese dall’acquisto di elettrodomestici. In altre parole, l’acquisto di nuovi mobili ed elettrodomestici deve essere collegato alla ristrutturazione dell’ambiente in senso ampio, i cui lavori – come sopra accennato – devono cominciare in data anteriore a quella dell’acquisto di mobili ed elettrodomestici.

Inoltre, come si può leggere nel sito dell’Agenzia delle Entrate: “Il contribuente che esegue lavori di ristrutturazione su più unità immobiliari avrà diritto al beneficio più volte. L’importo massimo di spesa va, infatti, riferito a ciascuna unità abitativa oggetto di ristrutturazione”.

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Entro quanto tempo chiedere l’incentivo fiscale? Il meccanismo

Come suddetto, non c’è moltissimo tempo per ottenere questa agevolazione. Infatti, a meno di ulteriori proroghe in manovra, fino al 31 dicembre è possibile chiedere il bonus mobili 2021. L’agevolazione vale per gli acquisti che si compiono nel 2021, ma può essere ottenuta soltanto da chi realizza un intervento di ristrutturazione edilizia iniziato non prima del primo gennaio 2020.

L’incentivo riguarda l’acquisto di mobili ed elettrodomestici in un immobile oggetto di lavori di ristrutturazione edilizia; e si può detrarre in dichiarazione dei redditi. Non è però prevista la facoltà di optare per la cessione del credito o lo sconto in fattura.

Ricapitolando, il bonus mobili 2021, varrà per l’acquisto di:

  • mobili e arredi: armadi, letti, librerie, poltrone, scrivanie, sedie, ecc.
  • elettrodomestici di classe energetica non inferiore alla A+ (A o più per forni e lavasciuga).

Attenzione però: è comunque escluso l’acquisto di porte; pavimentazioni; tende e tendaggi e altri complementi di arredo.

Il bonus mobili 2021 comporta una detrazione fiscale del 50% fino ad un massimo di 16mila euro. La detrazione sarà in dieci rate. Attenzione però: per poterne beneficiare, occorrerà immettere le spese che sono state effettuate nella dichiarazione dei redditi (mediante il modello 730 o il modello Unico).

Inoltre, per poter sfruttare il bonus mobili 2021, l’interessato deve sapere che è tenuto a compiere pagamenti tracciabili, vale a dire con:

  • carta di debito;
  • carta di credito;
  • bonifico.

Concludendo, la misura varrà almeno fino a fine anno, ma non è chiaro se sarà riconfermata anche per il 2022. Staremo a vedere se vi sarà un eventuale proroga.

L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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