Referendum Giustizia: quali sono i quesiti, cosa potrebbe cambiare. Guida

Pubblicato il 30 Maggio 2022 alle 10:03 Autore: Guglielmo Sano
Referendum Giustizia: quali sono i quesiti, cosa potrebbe cambiare. Guida

Referendum Giustizia: quali sono i quesiti, cosa potrebbe cambiare. Guida

Referendum Giustizia: il prossimo 12 giugno non si terrà soltanto un’importante tornata di Amministrative. Infatti, gli italiani saranno chiamati a esprimersi anche su alcune proposte di riforma del sistema giudiziario. Cosa riguardano nello specifico? Una guida veloce.

Referendum Giustizia: si vota insieme alle Amministrative

Referendum Giustizia: il prossimo 12 giugno, non si voterà soltanto per le amministrative. Gli italiani chiamati a rispondere anche a 5 quesiti (bocciato dalla Corte Costituzionale il sesto – proposto da Lega e Radicali – che riguardava la responsabilità civile dei magistrati) riguardanti delle proposte di modifica dell’ordinamento giudiziario. Da precisare che, la consultazione sarà di tipo “abrogativo”. Quindi, nel caso in cui venga raggiunta la maggioranza di voti favorevoli (Sì) – sul quorum degli aventi diritto di voto – si procederà all’eliminazione di una legge o di parti di una legge.

Inoltre, bisogna sottolineare che alcuni temi oggetto di referendum sono già in corso di revisione da parte del Parlamento: per esempio, all’interno della Riforma del processo penale e del processo civile è già contemplata una riorganizzazione del Consiglio Superiore della Magistratura così come nuove norme rispetto alla separazione delle carriere (se la legge dovesse superare l’ultimo passaggio al Senato ci saranno delle conseguenze rispetto all’eventuale esito positivo del referendum).  

Quali sono i quesiti?

Referendum Giustizia: il primo quesito posto agli elettori nel quadro della consultazione riguarda proprio il Csm. Se dovesse vincere il Sì un magistrato potrà proporre la sua candidatura per l’organo senza essere più obbligato a raccogliere 25mila firme di altri magistrati come attualmente previsto, dunque, ci si potrà candidare in completa autonomia.

Il secondo quesito riguarda invece il ruolo della componente “laica” (non magistrati) del Consiglio direttivo della Corte di Cassazione e dei Consigli Giudiziari: se vincesse il Sì avrebbe diritto di voto nelle deliberazioni relative all’operato dei magistrati.

 Il terzo quesito affronta l’annosa questione della separazione delle carriere dei magistrati: se vincesse il Sì i magistrati dovrebbero decidere, a inizio carriera e senza avere più la possibilità di cambiare, se fare parte della componente inquirente o di quella giudicante.

Il quarto quesito riguarda la limitazione dei casi in cui è possibile applicare le misure cautelari: se vincesse il Sì imporre limitazioni della libertà a un imputato prima della sentenza diventerebbe più difficile per i magistrati.

Infine, il quinto quesito riguarda la Legge Severino, quello che stabilisce l’incandidabilità/ineleggibilità/sospensione dalle cariche elettive per chi è condannato in via definitiva per determinati reati (mafia, terrorismo, corruzione, concussione, peculato): se vincesse il Sì anche i condannati in via definitiva potranno candidarsi  e non si verrà automaticamente sospesi dalla carica elettiva in caso di condanna definitiva.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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