Rivalutazione pensioni in Legge di Bilancio 2023: come funziona?

Pubblicato il 25 Novembre 2022 alle 12:01 Autore: Guglielmo Sano
Rivalutazione pensioni in Legge di Bilancio 2023: come funziona?

Rivalutazione pensioni in Legge di Bilancio 2023: come funziona?

Rivalutazione pensioni in Legge di Bilancio 2023: nella manovra per il prossimo anno non solo nuove norme di pensionamento anticipato, nel pacchetto previdenziale messo a punto dal Governo Meloni troveranno spazio anche un bonus pensioni minime e un nuovo schema di adeguamento degli assegni all’inflazione. Come funzionerà?

Rivalutazione pensioni: nuovo schema della Legge di Bilancio 2023

Rivalutazione pensioni in Legge di Bilancio 2023: nel pacchetto previdenziale messo a punto dal Governo Meloni e inserito nella manovra per il prossimo anno non troveranno spazio soltanto nuove norme sul pensionamento anticipato, in primis il lancio di Quota 103 e il bonus in busta paga per chi sceglie di ritardare l’uscita dal mondo del lavoro.

Al suo interno, infatti, si troverà un bonus che permetterà di aumentare l’importo delle pensioni minime: gli assegni arriveranno poco sopra i 570 euro nel 2023 e a circa 580 euro nel 2024. Inoltre, sempre in manovra comparirà un nuovo schema per quanto riguarda l’adeguamento dei trattamenti all’inflazione. Dunque, in arrivo un nuovo meccanismo di rivalutazione pensioni: sarà diviso in 6 fasce e garantirà il 100% soltanto per gli importi non superiori a circa 2.100 euro

Cosa cambia con le nuove regole?

Rivalutazione pensioni in Legge di Bilancio 2023: nello specifico, come funzionerà il nuovo meccanismo di perequazione degli assegni pensionistici? Per i prossimi due anni, biennio 2023-2024, via il sistema a 3 fasce in vigore al momento (100% solo per gli assegni fino a 4 volte il trattamento minimo Inps, ora pari a più o meno 525 euro, poi si scala al 90% per quelli superiori a 4 volte e, infine, al 75% per quelli superiori a 5 volte la pensione minima), entrerà in funzione un sistema diviso in ben 6 fasce.

La rivalutazione piena (100%) viene assicurata solo agli assegni 4 volte il minimo Inps, 2.100 euro, per gli importi superiori a tale soglia e fino a 2.625 euro la perequazione si ferma all’80%. Nella fascia 2.626-3.150 euro la percentuale scende al 55%, scende al 50% poi fino a 4.200 euro. Per le pensioni di importo compreso tra 4.201 e 5.250 euro la rivalutazione arriva al 40%, al di sopra dei 5.250 euro l’adeguamento si fermerà al 35%.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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