Sondaggi elettorali Swg, Fratelli d’Italia perde mezzo punto

Pubblicato il 6 Dicembre 2023 alle 16:58 Autore: Gianni Balduzzi
sondaggi elettorali, volti di politici

Sì al premio di maggioranza, ma solo se c’è una soglia minima di voti

È un piccolo record negativo quello di Fratelli d’Italia che mai, o quasi mai, nell’ultimo anno si era ritrovata a perdere mezzo punto in una settimana come accade negli ultimi sondaggi elettorali di Swg. Scende al 28,1%, quindi è sempre più lontana dalla soglia del 30% cui probabilmente aspirava.

Non sono gli alleati di centrodestra ad approfittarne e a compensare questa discesa, non la Lega, che, anzi, perde due decimali e va al 9,2%, non Noi Moderati, che scendono di uno 0,1% all’1%. Solo Forza Italia vede il segno più, guadagna tre decimali e va al 7,3%, ma non basta. Per tutta la coalizione vi è una perdita di mezzo punto.

All’opposizione il Movimento 5 Stelle se la cava meglio del Pd: cresce dello 0,3% e va al 16,7% accorciando le distanze dal partito di Elly Schlein che perde un decimale e va al 19,3%. Male anche gli alleati di Verdi e Sinistra, -0,2%. Ora sono al 3,4%, mentre +Europa passa dal 2,6% al 2,7%.

Al centro pochi movimenti: Azione è stabile al 3,8% e Italia Viva scende dal 3,3% al 3,2%.

Bene alcune liste minori. Per esempio Per l’Italia con Paragone aumenta dello 0,2% all’1,8%, mentre le formazioni dell’1% passano dall’1,8% al 2,1%. Unione Popolare, però, rimane ferma all’1,4%.

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Sondaggi elettorali, la maggioranza non vuole cambiare i poteri di premier e Presidente della Repubblica

Le proposte di riforma costituzionale ancora non scaldano gli italiani. Sono tanti coloro che non si esprimono sul tema. Gli altri, invece, sono abbastanza divisi.

Secondo questi sondaggi elettorali di Swg gli elettori sarebbero favorevoli a un premio di maggioranza al partito o alla coalizione che ha più voti, ma con dei distinguo. Solo per il 13%, il 28% tra chi vota centrodestra, è giusto in ogni caso. Per il 35% sarebbe accettabile solo se il partito o la coalizione in questione sono arrivati a una soglia minima, che è del 20% per il 7%, del 30% per l’11% e del 40% per il 17%.

Il 26%, invece, è contro un premio a prescindere. Tra gli elettori del centrosinistra tale opzione arriva al 41%. Tanti, come si diceva, quelli che non si esprimono, il 26%

Una divisione ancora più forte esiste su una legge che impedisca a chi non è stato eletto in Parlamento di guidare un governo, in sostanza impedisca i governi tecnici. È a favore il 41%, in maggioranza elettori di centrodestra, mentre il 38%, che diventa il 70% tra chi vota centrosinistra, è contrario.

C’è maggiore accordo sul fatto che possa governare solo la maggioranza vincente, andando a elezioni questa dovesse cadere. La pensa così il 48%, si arriva al 63% nel centrodestra e al 50% nel centrosinistra. Il 28% ritiene che la maggioranza possa cambiare in Parlamento, se necessario, ma anche qui in tanti, il 24%, non si esprimono.

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Ancora più chiaro è il verdetto sui poteri delle istituzioni. La maggioranza non vuole alcun cambiamento. Solo il 33% ne chiede di più per il Presidente della Repubblica, ancora meno, il 28%, per il Presidente del Consiglio, il 24% per la Corte Costituzionale e il 23% per il Parlamento.

Ma sono pochissimi anche quelli che chiedono una diminuzione delle prerogative per questi soggetti

Questi sondaggi elettorali sono stati realizzati tra il 29 novembre e l’1 dicembre con metodo Cawi su 800 soggetti. Quelli sulle intenzioni di voto sono stati realizzati tra il 29 novembre e il 4 dicembre con metodo Cati-Cami-Cawi su 1.200 persone

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L'autore: Gianni Balduzzi

Editorialista di Termometro Politico, esperto e appassionato di economia, cattolico- liberale, da sempre appassionato di politica ma senza mai prenderla troppo seriamente. "Mai troppo zelo", diceva il grande Talleyrand. Su Twitter è @Iannis2003
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