L’evoluzione degli accordi di sponsorizzazione nel wrestling professionistico

Pubblicato il 3 Settembre 2025 alle 13:25 Autore: Gennaro Fortunato
wrestling professionistico

Nel mondo sempre più interconnesso dell’intrattenimento sportivo, poche discipline hanno saputo reinventarsi nel tempo come il wrestling professionistico. Più che uno sport è uno spettacolo globale che fonde atletismo, teatro e marketing. E, proprio all’interno di questa evoluzione, si inserisce il tema delle sponsorizzazioni, cresciute da semplici collaborazioni locali a contratti multimilionari con marchi internazionali.

Ma come si è arrivati a questo punto? Ripercorrere la storia delle sponsorizzazioni nel wrestling aiuta a capire come questo mondo sia riuscito a stare al passo con i cambiamenti culturali e tecnologici.

Dai piccoli sponsor locali alla ribalta nazionale

All’inizio del Novecento, il wrestling ha seguito un’evoluzione simile a quella di molti altri sport. A finanziare gli eventi erano spesso negozi di quartiere, piccole radio locali o qualche ristorante, nel tentativo di portare più pubblico possibile nelle arene regionali. Le sponsorizzazioni in questa fase svolgevano più una funzione di supporto che di espansione.

Poi arrivò la televisione. Negli anni Ottanta, la diffusione della TV via cavo cambiò le regole del gioco. La World Wrestling Federation (oggi WWE) colse l’opportunità e si espanse a livello nazionale, portando i suoi eventi in milioni di case. Le sponsorizzazioni cominciarono a diventare più strutturate: apparvero i primi inserimenti di prodotto, pubblicità durante le trasmissioni e, naturalmente, marchi che associavano la loro immagine a quella dei lottatori. In questo contesto, persino realtà legate al mondo del casino iniziarono a comparire nelle iniziative promozionali, soprattutto durante eventi a Las Vegas o in partnership con reti televisive locali.

L’era dell’integrazione tra brand e storyline

Con l’arrivo della cosiddetta Attitude Era a fine anni ‘90, il wrestling divenne ancora più audace, controverso e popolare. Le sponsorizzazioni si fecero più visibili, inserite direttamente nelle scenografie degli show: loghi sui ring, sui turnbuckle, nei titoli degli eventi. I wrestler stessi divennero testimonial, indossando abbigliamento sponsorizzato o apparendo in spot pubblicitari. L’universo narrativo del wrestling si aprì ai brand, rendendoli parte integrante dell’esperienza.

Non rischiava tutto ciò di compromettere l’autenticità dello show? In realtà, molti fan apprezzavano questo intreccio, vedendolo come parte dell’estetica iper-reale del wrestling, dove ogni elemento – persino una lattina di bevanda energetica – poteva diventare parte della storia.

Il digitale cambia le regole

L’arrivo dello streaming e dei social negli anni 2010 ha avuto un impatto profondo. Il wrestling si è liberato dai vincoli della TV tradizionale e ha raggiunto un pubblico globale. Le federazioni hanno cominciato a collaborare con marchi internazionali, mentre i wrestler sono diventati influencer a tutti gli effetti. Sponsorizzazioni digitali, partnership su misura per segmenti di pubblico specifici, collaborazioni con brand del fitness e dell’alimentazione: la portata si è moltiplicata, così come le possibilità di monetizzazione.

Oggi i social permettono agli sponsor di parlare direttamente ai fan, senza passare dalla TV. Sui social, i lottatori pubblicano video, sfide e contenuti sponsorizzati, che diventano parte della loro immagine. È una promozione continua, ma più sottile e personale.

L’era dei mega accordi

Nel 2024, la WWE ha stretto un accordo da 5 miliardi di dollari con Netflix, segnando l’inizio di una nuova fase di esposizione globale. La stessa annata ha visto Prime Hydration diventare partner ufficiale di idratazione, con il logo posizionato al centro del ring durante eventi prestigiosi. Un gesto simbolico ma anche molto strategico: per la prima volta, lo spazio più sacro del wrestling, il tappeto del ring, è stato trasformato in un veicolo pubblicitario.

Negli ultimi anni, anche nuovi settori si sono affacciati, tra cui appunto il mondo del casinò, che ha trovato terreno fertile nella spettacolarità degli eventi e nella varietà del pubblico. Queste sponsorizzazioni portano con sé vantaggi economici, ma anche sfide legate all’etica e alla percezione del brand. Al contempo, si moltiplicano le collaborazioni con videogiochi, film e campagne sociali, dimostrando quanto il wrestling sia ormai una piattaforma di marketing trasversale.

In conclusione

L’evoluzione del wrestling professionistico mostra la trasformazione sociale e tecnologica che ha attraversato il settore dell’intrattenimento. Da semplici cartelli di negozi locali si è passati a collaborazioni internazionali, accordi da milioni e forme di branding sempre più innovative.

Sicuramente qualcuno può accogliere con scetticismo questa commercializzazione aumentata, chiedendosi se il wrestling rischi di perdere autenticità. Ma forse è proprio questa abilità a cambiare – e accogliere il cambiamento – che ha permesso a questo spettacolo di restare così profondamente radicato nella cultura popolare.

In un mondo dove si compra di tutto, il wrestling riesce ancora a vendere un sogno. E i marchi? Beh, sono solo un altro personaggio nel grande teatro del ring