USA 2010: Guida al voto

Pubblicato il 2 Novembre 2010 alle 06:23 Autore: Andrea Mollica
primarie repubblicani

Anche nel vicino Ohio il governatore democratico Strickland sembra avviato verso la sconfitta, anche se i sondaggi concedono qualche chance in più. Strickland, che era stato un papabile candidato alla Vice Presidenza nel 2008, si confronta con l’ex Congressman Kasich, che ha gradualmente perso il suo netto vantaggio iniziale. Anche negli altri Stati del Midwest o nella confinante Pennsylvania si annuncia un ritorno al potere dei repubblicani. L’unico Stato della regione dei Grandi Laghi che il Gop potrebbe perdere è il Minnesota, che è stato governato negli ultimi 8 anni da un repubblicano.

Nel Nordest il Tea Party ha sicuramente condannato alla sconfitta il ticket Gop a New York, dove il figlio di Mario Cuomo potrà succedere al padre dopo 16 anni. Nel vicino Rhode Island l’ex senatore repubblicano Lincoln Chafee appare il  favorito di un’affascinante sfida a tre. Chafee ha abbandonato il suo partito diventando indipendente, e nel 2008 fece campagna per Obama. Anche per questo il presidente non ha sostenuto il candidato governatore del suo partito, che ha mandato a quel paese Obama. Altra competitiva sfida a tre si gioca in Colorado, dove la candidatura di Tom Tancredo ha raccolto la gran parte del bacino elettorale conservatore, che però sembra non bastare. I sondaggi danno per favorito il sindaco di Denver Hickenlooper, che riuscità a conservare lo Stato in mano democratica nonostante l’impopolarità dell’attuale governatore del suo partito.

 

I repubblicani si avviano a vincere nettamente la sfida a livello nazionale, ma se i democratici strapperanno al Gop California e Florida, mantenendo un grande Stato nel Midwest, potrebbero ottenere una narrativa mediatica non eccessivamente sfavorevole. In ottica futura sarà inoltre importante guardare il controllo delle assemblee legislative, che dopo il censimento del 2010 avranno il compito di ridisegnare i distretti congressuali della Camera.

 

IL SENATO – Il 2 novembre si rinnova anche poco più di un terzo del Senato, 37 seggi su 100. L’attuale maggioranza democratica, che conta 59 mandati, sarà sicuramente ridotta, e dovrebbe essere mantenuta a meno che l’ondata repubblicana sia travolgente. Con il margine rilevato dai sondaggi a livello nazionale il Gop non dovrebbe avere la forza di conquistare anche la Camera Alta, ma se i 15 punti di vantaggio registrati di Gallup si materializzeranno allora anche il Senato sarà conquistato dai repubblicani.

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