Sanatoria edilizia 2003: cosa riapre davvero l’emendamento e quali opere potrebbero rientrare nel prossimo condono 2026
Sanatoria edilizia 2003: cosa riapre davvero l’emendamento e quali opere potrebbero rientrare nel prossimo condono 2026
La possibile riapertura dei termini del condono previsto dall’articolo 32 della legge 326/2003 è uno dei dossier più sensibili della Manovra 2026. Non si tratta, come chiarisce la maggioranza, di un nuovo condono edilizio, ma della riattivazione delle procedure rimaste sospese dopo il contenzioso tra Regione Campania e Stato. Una vicenda che, secondo diverse interrogazioni parlamentari, coinvolge migliaia di famiglie.
Il condono del 2003: limiti, condizioni e opere escluse
Il decreto legge 269/2003, convertito nella legge 326/2003, prevedeva la possibilità di sanare opere abusive ultimate entro il 31 marzo 2003. Il perimetro del condono era rigoroso: limite massimo di 750 metri cubi, rispetto delle norme urbanistiche vigenti e impossibilità di sanare immobili collocati in aree vincolate o non adeguabili alle norme antisismiche.
Un esempio tipico: la chiusura con infissi di una veranda di 25 mq realizzata nel 2002. L’opera, pur priva di titolo edilizio, risulta sanabile qualora rispetti distanze, altezze, indici di edificabilità e destinazione d’uso. La sanatoria non poteva invece essere concessa se anche uno solo di questi parametri fosse violato. Il condono, insomma, copriva l’abuso formale, non l’abuso sostanziale.
Il caso Campania e l’intervento della Corte Costituzionale
La Regione Campania, con la giunta Bassolino, dichiarò inapplicabile il condono nazionale, adottando prima una delibera (n. 2827/2003) e poi la legge regionale 10/2004. Il conflitto con lo Stato giunse davanti alla Consulta, che con le sentenze 196, 198 e 199 del 2004 dichiarò illegittime sia alcune parti della normativa statale sia le norme regionali.
La Corte affermò che il condono è misura statale, ma le regioni possono modulare tipologie e limiti. Tuttavia, quando la Consulta si pronunciò, i termini per presentare domanda erano già scaduti. Risultato: migliaia di pratiche, soprattutto in Campania, rimasero sospese pur essendo state presentate e pagate le relative oblazioni.
Cosa prevede oggi l’emendamento
L’emendamento in discussione riaprirebbe i termini della procedura del 2003. Le regioni dovrebbero recepire la norma con proprie leggi, stabilendo requisiti, limiti e procedure. L’effetto sarebbe duplice:
- Consentire ai cittadini campani di concludere le pratiche pendenti dal 2003, superando una situazione considerata discriminatoria dalla maggioranza.
- Riattivare anche situazioni sospese in altre regioni, rimaste irrisolte dopo gli interventi della Consulta.
Alcuni ulteriori emendamenti propongono addirittura l’estensione della sanatoria ad abusi realizzati fino al 30 settembre 2025, un’ipotesi destinata a generare un forte confronto politico.
Quali opere potrebbero rientrare
Ecco lo schema delle sanatorie potenzialmente ammissibili, qualora venissero riaperti i termini senza ulteriori restrizioni.
Limiti volumetrici
| Tipo intervento | Limite |
|---|---|
| Ampliamento | max 30% del volume originario e comunque max 750 mc |
| Nuova costruzione residenziale | max 750 mc per singola domanda, fino a 3.000 mc complessivi |
Tipologie di abuso sanabili
- Opere realizzate senza titolo
- Opere difformi dal titolo
- Ristrutturazioni in assenza o difformità
- Restauri, risanamenti conservativi e manutenzioni straordinarie (nelle aree vincolate solo se la legge regionale lo ammette)
Esclusioni obbligatorie
- Immobili non adeguabili alle norme antisismiche
- Opere in aree demaniali prive di concessione
- Opere in aree vincolate, se il vincolo era preesistente e l’intervento risulta in contrasto con le norme urbanistiche
- Immobili dichiarati monumento nazionale o di particolare interesse
- Opere eseguite da soggetti condannati per reati mafiosi o di riciclaggio
Il calendario parlamentare
Il tema si intreccia ora con i tempi strettissimi della sessione di bilancio.
Martedì 18 novembre scade il termine per la presentazione degli emendamenti “segnalati” in commissione Bilancio del Senato. La maggioranza dovrà scegliere 238 proposte tra quasi 6.000 emendamenti depositati. Il presidente Nicola Calandrini ha ribadito che ogni modifica dovrà essere integralmente coperta.
L’obiettivo è concludere l’esame entro venerdì e portare il testo in Aula entro il 15 dicembre. Nel frattempo la maggioranza terrà un vertice per definire le priorità, tra cui rientrano:
- la “sanatoria 2003” per la Campania
- la tassazione agevolata sull’oro da investimento
- l’estensione della rottamazione delle cartelle
- le modifiche alla flat tax per i nuovi residenti ad alta capacità patrimoniale
- le misure fiscali sugli affitti brevi
La discussione si preannuncia tesa, soprattutto per il tema edilizio, che l’opposizione continua a considerare un condono mascherato. La maggioranza replica definendolo un intervento dovuto per rimuovere un contenzioso istituzionale vecchio di 23 anni.
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