Political Compass CAM2008/EUR2009

Pubblicato il 26 Gennaio 2010 alle 09:20 Autore: Felice Meoli
partiti e formazione

2. L’estensione delle bolle (lo ricordiamo, corrispondente ai risultati elettorali) del Pdl e soprattutto del Pd si è naturalmente ridimensionata. Le europee hanno visto uscire soddisfatti soprattutto Lega e Idv, entrambi in crescita, così come le loro bolle. Come diversi studi hanno già illustrato, la crescita di questi due partiti è stata soprattutto a scapito dei due alleati maggiori, che hanno quindi perso la fetta di elettori forse più scontenta dell’immobilismo dei due contenitori, mantenendola comunque all’interno della coalizione.

3. Questa fetta più scontenta non ha solo allargato l’estensione delle bolle di Lega e Idv, ma ha provocato degli spostamenti un po’ più marcati rispetto a Pdl e Pd. Nel caso della Lega verso sinistra e verso l’alto (interventismo e no all’aborto), nel caso dell’Idv solo verso sinistra (interventismo). La crescita del partito di Di Pietro ne ha provocato quindi anche l’allargamento della base elettorale, che in virtù della “vivace” opposizione al governo, ha diretto l’asse verso sinistra. O meglio, verso gli elettori di sinistra.

4. L’unico movimento a spostarsi verso destra lungo l’asse orizzontale è la Lista Anticapitalista erede di SA. Può un movimento che si dichiari (così tanto, da caratterizzarne anche il nome) anticapitalista essere il solo a spostarsi verso il liberismo, nel mezzo di una crisi economica internazionale? Il primo sospetto è che a sinistra del Pd ci sia tanto spazio competitivo per quanto lavoro da fare, in termini di chiarimento tra rappresentanti e rappresentati sulle proposte di società da sottoporre all’elettorato. Il secondo sospetto è che il chiarimento debba avvenire per le due parti non solo tra di loro ma anche con se stesse; entrambe appaiono – e il movimento verso destra nella mappa ne è indiretta conferma – indossare maschere storiche con cui non si trovano più completamente a loro agio, ma allo stesso tempo si dimostrano incapaci di formule che possano veramente dirsi al passo con il terzo millennio.

5. L’Udc. Il partito guidato da Casini ha portato il suo consenso su base nazionale al 6,5%, migliorando il risultato del 2008 di quasi un punto percentuale. Questa crescita è tuttavia determinata da dinamiche territoriali particolari: al nord-est, ad esempio, rappresenta un contraltare naturale della Lega Nord, al nord-ovest un interlocutore anche per gli elettori del Pd, al sud un feudo sulla scia della Democrazia Cristiana che fu. Un partito quindi camaleontico, che sulla mappa potrebbe essere riuscito a intercettare le posizioni più stataliste di una parte del Pd, e quelle più tradizionaliste/istituzionali/conservatrici in area Pdl. Il movimento verso l’alto e verso sinistra comunque ci ricorda che si tratta di un partito ai cui elettori piace la rinuncia ad appiattirsi sulle posizioni “mainstream”, e, in senso lato, che il bipolarismo puro, almeno in Italia, resta un’utopia. Sarà davvero un male?

Il nuovo political compass italiano si presenta dunque così:

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