Scenari elettorali: cosa dicono i sondaggi?

Pubblicato il 13 Febbraio 2011 alle 22:36 Autore: Eugenio Angelillo

Cosa ci dicono i sondaggi sugli scenari possibili in caso di elezioni anticipate?

scenari elettorali

 

Prima di addentrarci nell’analisi dei tre scenari elettorali ad oggi più probabili è necessario fare un  breve excursus sulle elezioni del 2006 e del 2008. Nella tabella qui sotto sono riportati i risultati elettorali conseguiti nelle due ultime elezioni politiche per diversi cartelli elettorali, per provare a fare un ragionamento euristico su di essi.


Il primo dato da tenere a mente è quello dell’astensione: dal 2006 al 2008 un milione e mezzo di cittadini non ha partecipato al voto. Cercheremo di capire da dove provengano.

Innanzitutto occorre osservare che il Centrodestra Storico nel 2008 guadagna 700mila voti, mentre il Centrosinistra Storico ne perde ben 2 milioni e mezzo. Anche in questo caso cercheremo di capire dove sono finiti questi voti.

Se scomponiamo il risultato del Centrodestra Storico nei due blocchi “PDL+Lega” e “UDC” notiamo una prima anomalia. Dal 2006 al 2008 l’UDC perde circa 500mila voti mentre il duo “forzaleghista” ne guadagna circa un milione. Contemporaneamente La Destra di Storace, che attinge più o meno dallo stesso bacino elettorale, raccoglie circa 900mila voti.

Ora, perché in un contesto di crescita di tutte le forze del centrodestra, a fronte di una generica e massiccia diminuzione dell’affluenza solo l’UDC perde voti? La mia risposta è: perché l’UDC è la camera di compensazione dei passaggi di voto da uno schieramento all’altro.

Spieghiamo meglio: in Italia il sistema politico è sostanzialmente ingessato in due blocchi elettorali tra i quali i passaggi di voto sono minimali, residuali. Gli elettori scontenti del proprio partito vagliano in genere due scelte: votare un partito alleato – o comunque non ostile al suo blocco di riferimento – oppure astenersi. L’idea di votare per l’avversario di sempre spesso non li sfiora neanche, votano per il partito più vicino. In questo contesto l’UDC diventa un porto di mare: accoglie voti di elettori insoddisfatti del PD, cede alla sua destra elettori che non gradiscono il suo sganciamento dal blocco elettorale berlusconiano.

Ma in quale misura  avviene questo movimento? L’analisi dei risultati elettorali dell’UDC alle scorse regionali ci dà una mano.  L’UDC assieme al centrosinistra o quando corre in maniera isolata perde dal 35% al 40% dei voti.

Se facciamo un’ipotesi conservativa, cioè che il 35% dei voti dell’UDC nel 2006 (2,5 milioni) siano rimasti nel perimetro del duo PDL-Lega, parliamo quindi di circa 900mila voti, possiamo inferire che i 400mila voti che verrebbero a mancare per far raggiungere all’UDC quota 2 milioni nel 2008 vengano dal PD, cioè dal Centrosinistra Storico.
 
A questi si devono aggiungere, sempre in uscita, i circa 500mila voti che dal recinto del Centrosinistra Storico si spostano verso l’estrema sinistra di Sinistra Critica e di PCL o verso partitini come Per il Bene Comune o Unione democratica dei consumatori (fondata da un ex Margherita, Willer Bordon).
 
In totale circa 900mila voti in uscita verso altre formazioni politiche. I restanti 1,6 milioni di voti si capisce bene dove finiscano, almeno in grandissima parte, al netto di minimi passaggi sull’altra sponda: cioè nell’astensione.
 
Ricapitolando: il centrodestra ha ottenuto il suo massimo storico in queste due elezioni, verosimilmente non andrà oltre, anzi è ragionevole aspettarsi una sua fuga di elettori verso l’astensionismo. Fuga che potrebbe ridurre il gap con il Centrosinistra Storico, che però per colmarlo definitivamente (e superare così il Centrodestra, almeno nella sua forma ristretta) deve recuperare in tutto o in parte significativa il suo milione e mezzo di astenuti.
 
E ora passiamo ad analizzare brevemente gli scenari elettorali in termini di sondaggi.
 
I dati sono quelli riportati dal riepilogo di Termometro Politico, e i grafici riportano le medie mensili delle coalizioni nei sondaggi.
 

 

Lo schema tripolare

 

 
Qui si affrontano il CentroDestra in formato “ristretto” vs Terzo Polo vs CentroSinistra Storico. Quarto, rilevante incomodo il Movimento 5 Stelle.


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L'autore: Eugenio Angelillo