Elezioni e criminalità: il caso Campania

Pubblicato il 8 Settembre 2010 alle 00:21 Autore: Salvatore Borghese

Tutto questo induce a riflettere, e a chiedersi il perché di una differenza così forte tra quanto pronosticato e quanto invece si realizza nella realtà. Considerato, come abbiamo detto, che questo scostamento non si è verificato nella maggior parte delle altre regioni italiane, a cosa si deve ascrivere questo fenomeno? Forse i sondaggisti che si sono occupati della Campania non sono gli stessi di quelli che hanno monitorato le altre Regioni, i quali sono evidentemente più bravi e competenti? È sufficiente disporre di una certa familiarità con le metodologie di un istituto di sondaggio per scartare questa ipotesi. Forse si tratta di una propensione a nascondere la propria preferenza elettorale, una variabile realmente esistente e misurata anche in passato, e che però negli intervistati residenti in Campania ha un effetto molto più distorcente che altrove; ma anche questo cozza con l’evidenza empirica di molte altre analisi, oltre che con il buonsenso.

 

La ragione di questo fenomeno, che si manifesta non solo in Campania ma anche in altre regioni (in qualche modo “affini” alla Campania, sotto certi punti di vista) va ricercata in qualcosa che gli istituti di sondaggio non sono in grado di rilevare con gli strumenti “classici” della campionatura socio-demografica. Come molti avranno capito, si tratta dell’influenza – ma sarebbe meglio parlare di “inquinamento” – sul voto di migliaia di persone esercitata dalla criminalità organizzata diffusa. Nei prossimi giorni tenteremo di fornire una “fotografia” di questa influenza, mostrando i dati nudi e crudi che evidenziano come la camorra sia stata in grado di spostare interi comuni a votare in massa per una parte piuttosto che per un’altra.

 

 

* i sondaggi sono reperibili sul sito ufficiale dei sondaggi all’indirizzo http://www.sondaggipoliticoelettorali.it

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L'autore: Salvatore Borghese