Grecia: i risultati del voto, una spaventata speranza
Syriza, utopica follia, non è anti-europeista
Syriza, che certo è un partito da prendere con le pinze, ha almeno avuto il coraggio di prendere una distanza politica da questo pasticcio di interessi che è la politica greca. Il suo programma è davvero radicale: uscire dalla Nato, chiusura delle basi straniere in Grecia, rottura dei rapporti militari con Israele, pace duratura con la Turchia, abbandono delle missioni internazionali. Ma anche aumento dei sussidi di disoccupazione, delle spese per la sanità (da portarsi ai livelli europei), tassa sulle transazioni finanziarie e sui beni di lusso, proibire i derivati finanziari speculativi quali Swap e Cds, abolire i privilegi fiscali di cui beneficiano la Chiesa e gli armatori navali. E ancora: rinegoziare gli interessi e sospendere i pagamenti fino a quando l’economia si sarà ripresa e tornino la crescita e l’occupazione, esigere dalla Ue un cambiamento nel ruolo della Bce perché finanzi direttamente gli Stati e i programmi di investimento pubblico. Follie veterocomuniste, con tinte utopiche, sommate a splendidi retaggi egualitaristi ma con elementi di reale interesse verso le disparità sociali e il diritto al lavoro.
Sì, è ovvio che Syriza facesse paura.
I titoli dei giornali
Ancora all’indomani del voto i giornali italiani avevano titoli al limite del mistificatorio: Grecia, c’è una maggioranza pro-euro, Il Messaggero. Atene sceglie di restare nell’euro, La Stampa. Grecia, conservatori pro-euro primo partito, Il Corriere della Sera. La Grecia sceglie l’Europa, vince Nea Dimokratia, Il Sole 24 ore. Grecia, esito elezioni favorevole, FinanzaOnline. In Grecia vince l’Europa, Il Tempo. Qualcosa di meglio fa La Repubblica: Grecia, vincono i conservatori. Samaras: ” i greci hanno scelto l’Europa”, che mette in bocca a Samaras, leader di ND, ciò che gli altri hano scritto senza tante virgolette. Les leçons du vote grec : une victoire pour l’Europe, Le Monde. A tight vote for the euro, Economist. Titoli che suggeriscono che ci fosse il rischio concreto di un’uscita della Grecia dalla moneta unica o dall’Unione, cosa falsa. Non si tratta di semplificazioni o errori. Ma di falsità. Cattiva fede. Falsa coscienza.
Una spaventata speranza
I greci hanno paura, e certo non avevano bisogno della stampa internazionale a rincarare la dose. Le situazioni più drammatiche si registrano nei grandi centri urbani, in cui mancano farmaci per gli ospedali, libri per la scuola, cibo per i bambini pelle classi più disagiate, dove infatti ha stravinto Syriza. Ma nelle province rurali ha vinto la tradizione. Certo, i greci chiedono cambiamenti, e Syriza è infatti appena due punti sotto Nea Dimokratia. La speranza e la paura sembrano aver connotato queste elezioni, sentimenti che sembrano dominare i greci. Sentimenti che si combattono. Dentro ogni greco sembra esserci una percentuale di speranza e una di paura.Una percentuale di Syriza e una di Nea Dimokratia. Una voglia di novità e una nostalgia di com’era prima. Speranza e paura generano mostri, talvolta. In Parlemento siederanno anche i neonazisti. Capita anche questo quando c’è la crisi. Perché la crisi economica è sempre anche una crisi morale.
di Matteo Zola