Il salotto di Borsellino
Un conterraneo di Borsellino, Luigi Pirandello, scrisse: “È molto più facile essere un eroe che un galantuomo. Eroi si può essere una volta tanto; galantuomini, si dev’esser sempre“. Borsellino fu un galantuomo, non un eroe. Perché ogni giorno, “se l’andava a cercare”, ossia ogni giorno – nonostante una vita tranquilla e “andreottiana” fosse lì a portata di mano, su quel divano ricamato – sceglieva di compiere il proprio dovere, seguendo le regole ed i valori in cui credeva. I mafiosi, gli usurpatori, i violenti non temono tanto gli eroi – che come scritto da Pirandello possono essere tali una volta tanto – quanto i galantuomini che sempre rifiutano la logica del privilegio, della violenza, della prevaricazione del più forte sul più debole.
In un’intervista chiesero a Giovanni Falcone chi glielo facesse fare. E lui, quasi con un sorriso sulle labbra, come sapendo di affermare un’assurdità in un mondo fatto di egoistici compromessi, rispose: “Lo spirito di servizio, soltanto quello”.
Una risposta d’altri tempi, una risposta da galantuomo.
L’intervista di Sposini a Borsellino è a questo link.