Friuli, la marcia verso le regionali

Pubblicato il 7 Agosto 2012 alle 16:54 Autore: Matteo Patané
candidati per il friuli

Debora Serracchiani ha quindi affermato di voler correre per il posto di Presidente della regione, rinunciando ad un posto in Parlamento e – perché no – nel Governo, e con le sue parole è riuscita in qualche modo a sedare gli animi nel PD, unendolo intorno alla sua candidatura. Sembra infatti piuttosto improbabile che altri esponenti democratici decidano di mettersi in gioco contro un candidato così favorito e in buon fine apprezzato dall’elettorato, per di più tenendo conto del fatto che il termine per la presentazione delle candidature scade il 9 agosto. Resta la possibilità di primarie di coalizione: SEL e IdV hanno in passato mostrato di sostenere la candidatura di Honsell, ma quest’ultimo aveva già dichiarato una linea di desistenza in caso di candidatura unitaria della Serracchiani.
Grazie alla mossa della giovane democratica, quindi, il centrosinistra potrebbe aver trovato con largo anticipo sull’appuntamento elettorale un discreto equilibrio a livello di candidature, che potrebbe fornire alla coalizione quella tranquillità necessaria per gestire una campagna elettorale che non vede, per una volta, i progressisti sconfitti in partenza.

A rendere completamente imprevedibili queste elezioni saranno le terze forze, tra cui naturalmente spicca il MoVimento 5 Stelle. Nel 2011, a Trieste, i grillini ottennero un risultato piuttosto lusinghiero, mostrando come l’estremo nord-est del Paese sia un terreno fertile per questa giovane formazione. Considerate le fonti di voto di questa formazione, sarà essenziale saper leggere la tenuta della Lega Nord e quanto la figura di Debora Serracchiani apparirà appetibile – inteso come alternativa ai vertici di partito – presso l’elettorato di centrosinistra per comprendere quanto il MoVimento 5 Stelle riuscirà ad essere competitivo nelle regionali 2013.

Pur se annegate in una miriade di appuntamenti elettorali forse più rilevanti dal punto di vista prettamente numerico, le elezioni regionali friulane conservano un innegabile fascino e costituiscono un valido indicatore tanto per il centrodestra, che dovrà sperimentare la propria tenuta in una regione-feudo, quanto per il centrosinistra, che vedrà finalmente messa alla prova un’esponente della cosiddetta “generazione dei rottamatori”.
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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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