Primavere democratiche o rivoluzioni coraniche? La seconda che hai detto

Pubblicato il 21 Settembre 2012 alle 11:50 Autore: EaST Journal
primavere democratiche, tunisia

Favole sui social network

Erano le rivoluzioni dei giovani, delle rivendicazioni sociali e della libertà. Erano le rivoluzioni dei gelsomini, primavere di democrazia che fiorivano nei social network. Erano il 1989 del Nordafrica, la fine di una fase storica segnata dall’autoritarismo e dall’oppressione. Erano ragazzi e ragazze, per una nuova condizione della donna. Erano forse solo un racconto, una narrazione, una favola che è stato bello raccontare e che molti, bambini davanti alla tivù, abbiamo voluto ascoltare. E poi? Poi ci fu l’Europa che, nel marasma, con abituale ipocrisia pensò fosse venuto il tempo di liberarsi di quella spina nel fianco chiamata Muhammar Gheddafi, il leader libico che forte del suo petrolio più volte mise in imbarazzo le cancellerie occidentali. Il classico nemico con cui però è bello fare affari. Ma è più bello fottergli il tesoro.

E fu il turno della Siria, con qualche spintarella a stelle e strisce, e dei pacifisti che giravano come banderuole:  quelli che dapprima sposarono la causa della “guerra giusta” al raìs libico, si convertirono sulla via di Damasco. Già Damasco. Dove un altro autocrate, nel frattempo, reprimeva il dissenso. Che confusione! E’ più giusto stare con gli insorti contro i tiranni, o con i tiranni contro gli imperialisti? Al coro del “siamo tutti allenatori” si unirono i pregiudizi di quanti mettevano in guardia dal pericolo islamico, accusando le “rivoluzioni” di avere spalancato la porta al fondamentalismo, destabilizzando il Mediterraneo che stava così bene in mano agli autocrati. Che fretta c’era, maledetta primavera.
primavere democratiche, tunisia

Ma se fosse venuto il momento di cambiare punto di vista? Quelle arabe non sono rivoluzioni democratiche, ma rivoluzioni coraniche. Esse non sono cadute preda del fondamentalismo ma rappresentano una necessità di rinnovamento in seno all’islamismo.

(per continuare la lettura cliccare su “2”)

L'autore: EaST Journal

East Journal è un progetto di giornalismo partecipativo che nasce dal basso, fatto da giovani e senza fini di lucro. East Journal è una testata registrata presso il Tribunale di Torino, n° 4351/11, del 27 giugno 2011. I contenuti sono condivisi con Termometro Politico grazie alla partnership nata da marzo 2012 tra le due testate giornalistiche. Il nostro obiettivo è quello di raccontare la “nuova” Europa, quella dell’est, che rappresenta il cuore antico del vecchio continente. La cultura e la storia ci insegnano la comune appartenenza. L’europeismo critico è dunque una nostra vocazione. Tra i nostri temi più cari figurano poi la tutela delle minoranze, l’analisi dell’estremismo di destra, la geopolitica energetica, il monitoraggio del crimine organizzato transnazionale.
Tutti gli articoli di EaST Journal →