Regionali 2010: Campania

Pubblicato il 9 Febbraio 2010 alle 00:44 Autore: Salvatore Borghese

E veniamo al centrodestra: anche qui non sono state poche le fibrillazioni per quanto riguarda la scelta del candidato. Inizialmente infatti si era proposto, sostenuto da buona parte del partito, il coordinatore del Pdl campano, nonché deputato e sottosegretario all’Economia, Nicola Cosentino. Ma le sue recenti vicende giudiziarie, che lo hanno visto alcuni pentiti accusarlo di essere da anni il tramite tra la politica e il clan dei Casalesi in provincia di Caserta e il successivo mandato d’arresto negato dal Parlamento (negazione senza la quale Cosentino sarebbe tuttora agli arresti in custodia cautelare), lo hanno sottoposto al tiro incrociato della stampa, del centrosinistra e soprattutto dei suoi avversari interni al Pdl, in particolar modo quell’area che fa capo all’ex Alleanza Nazionale (che con Bocchino e la Mussolini si era espressa in maniera nettamente contraria alla candidatura di Cosentino). Cosentino ha fatto dapprima molte resistenze, dichiarando che solo una precisa richiesta del presidente Berlusconi avrebbe potuto fargli fare un passo indietro; richiesta che evidentemente è arrivata, visto che il centrodestra ha poi proposto un altro candidato, Stefano Caldoro.

Caldoro, ex socialista segretario del Nuovo Psi, poi confluito nel Pdl, ha raccolto subito i consensi necessari all’interno del partito, e successivamente ha saputo ricondurre alla causa del centrodestra anche l’Udc che in precedenza, come detto, era invece in trattativa con il centrosinistra e avrebbe potuto essere, dati alla mano, un pericoloso ago della bilancia. Il partito di Casini, guidato da De Mita, può infatti contare in Campania su percentuali considerevoli, prossimi alle due cifre.

Considerando i dati delle elezioni più recenti, non da ultimi quelli delle provinciali di Napoli e Salerno dello scorso anno (zone in cui il centrosinistra era stato sempre piuttosto forte, ma che in tali occasioni è stato “distrutto” dal centrodestra), a livello di liste di partito non ci sarebbe storia: il centrodestra, con l’Udc, disporrebbe di un livello di consensi di molto superiore a quello del centrosinistra. Centrosinistra che, dopo oltre dieci anni di governo della Regione, ha lasciato una pesante eredità (ben simboleggiata dalla figura di Bassolino) in termini di delusione del proprio elettorato, a causa degli scandali che si sono susseguiti, da quello della “monnezza” a quello delle “consulenze d’oro”, senza contare le che hanno portato all’arresto di mezza giunta comunale a Napoli nell’ambito dello scandalo “Global Service”.

Tra gli outsider, c’era Riccardo Villari, ex Pd (e protagonista della vicenda della commissione di Vigilanza sulla Rai a fine 2008), candidato con il Movimento per le Autonomie. Il medico e senatore campano aveva già tappezzato le strade con manifesti che lo ritraggono lanciare uno slogan dal sapore vagamente leghista (“Padroni in casa nostra”), ma negli ultimi giorni è arrivato l’annuncio di un accordo siglato con il Pdl.

La partita sembra dunque già decisa, a meno di un fortissimo effetto-De Luca, che nei sondaggi sembra essere non eccessivamente sotto il suo sfidante, visto che alle regionali è possibile il voto disgiunto ed è quello dato ai presidenti che conta in ultima istanza.

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Salvatore Borghese

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L'autore: Salvatore Borghese