Domenica si vota in Finlandia, attesa una grande avanzata dell’estrema destra

Pubblicato il 25 Ottobre 2012 alle 21:05 Autore: Antonio Scafati

Se a questo aggiungiamo altri ingredienti – euro, crisi economica, turbolenze finanziarie, aziende che chiudono e disoccupazione – si capisce perché ormai da qualche anno le proposte politiche dei Veri Finlandesi trovino terreno fertile. Molti comuni del resto devono fare i conti con finanze che scarseggiano, con la difficoltà nell’erogare i servizi sociali.

E così per i Veri Finlandesi l’appuntamento di domenica può rappresentare l’esame di laurea. Vero: Timo Soini e soci hanno già piazzato un colpo straordinario alle elezioni nazionali del 2011 (terzo posto col 19%), ma stavolta la sfida è diversa e per certi aspetti più complicata. Anzitutto perché bisogna confermarsi. E poi perché la selezione dei tantissimi candidati ha richiesto un lavoro molto più complesso rispetto a quello delle politiche. L’obiettivo è scardinare vecchi equilibri locali, radicarsi sul territorio. Se i sondaggi dovessero tramutarsi in voti, per Timo Soini sarebbe il raggiungimento della maturità politica.

Timo Soini, leader di Veri Finlandesi

 

In ritardo sembrano invece essere i Centristi, che alle elezioni locali di quattro anni fa portarono a casa un 20,1% e oggi dovrebbero fermarsi molto prima, intorno al 17% nella migliore delle ipotesi. L’allarme ha cominciato a suonare subito dopo l’estate. I vertici del partito hanno provato a dare l’impressione di avere la situazione sotto controllo, affermando che con l’avvinarsi del voto le posizioni del partito avrebbero ripianato la differenza nei sondaggi. Cosa che in effetti è accaduta, visto che proprio nelle ultime settimane il partito ha riguadagnato qualcosa. Ma se questa risalita sarà sufficiente a limitare i danni lo si capirà solo domenica. A guardare stanno soprattutto i Veri Finlandesi, che da mesi contendono ai Centristi la leadership nel campo dell’opposizione.

Anche il Partito di Coalizione Nazionale del premier Katainen potrebbe cedere qualcosa ma stavolta parliamo di variazioni minime. Nel 2008 il partito ottenne il 23,4%; alle elezioni politiche del 2011 il 20,4%; stavolta dovrebbe portare a casa il 22%, confermandosi primo partito del paese. A ruota i Socialdemocratici, dati intorno al 19%, in linea con il 19,1% delle politiche del 2011 ma indietro a livello locale (alle comunali di quattro anni fa l’asticella toccò quota 21,2%). Gli altri inseguono a distanza: i Verdi e l’Alleanza di Sinistra sono accreditati dell’8-9%, il Partito Popolare Svedese e i Cristiano Democratici al 4%.

Una delle battaglie più interessanti si giocherà a Helsinki, anche se è praticamente certo che la capitale rimarrà a destra: il Partito di Coalizione Nazionale si confermerà primo partito e la cosa non sorprende visto che è così da oltre quindici anni. Che succederà però subito dietro? La sfida è tra Verdi e Socialdemocratici, due partiti che a Helsinki da anni si contendono la seconda posizione. I laburisti potrebbero sopravanzare i Verdi, ma la partita si giocherà fino all’ultimo. Al quarto posto spunteranno i Veri Finlandesi, pronti a incrementare la propria presenza politica anche nella Capitale. Nel 2008 il partito di Timo Soini raccolse quattro seggi, piazzandosi al sesto posto. Domenica prossima le cose cambieranno. E la composizione del Consiglio Comunale finirà per incidere sul futuro della città – e forse non solo quello. La campagna elettorale, come scritto dal quotidiano Helsingin Sanomat, si è giocata quasi tutta sulla riforma delle municipalità presentata dal governo. L’esecutivo vuole ridisegnare la mappa dei comuni del paese, con l’obiettivo di ottenere una riduzione della spesa. Nel caso di Helsinki l’idea è quella di unire la capitale alle città di Espoo, Kauniainen, Sipoo e Vantaa. Partito di Coalizione Nazionale e Verdi sono favorevoli: fino a oggi hanno avuto la maggioranza assoluta in Consiglio Comunale, e se dovessero essere confermati il progetto potrebbe ricevere spinte importanti. I Veri Finlandesi sono nettamente contrari, mentre i Socialdemocratici hanno candidati con idee diverse al riguardo. E gli elettori? Un sondaggio Gallup ha mostrato che solo tre cittadini su dieci sarebbero favorevoli all’accorpamento delle cinque municipalità. Un dato di cui tener conto.

(per continuare la lettura cliccare su “3”)

L'autore: Antonio Scafati

Antonio Scafati è nato a Roma nel 1984. Dopo la gavetta presso alcune testate locali è approdato alla redazione Tg di RomaUno tv, la più importante emittente televisiva privata del Lazio, dove è rimasto per due anni e mezzo. Si è occupato per anni di paesi scandinavi: ha firmato articoli su diverse testate tra cui Area, L’Occidentale, Lettera43. È autore di “Rugby per non frequentanti”, guida multimediale edita da Il Menocchio. Ha coordinato la redazione Esteri di TermometroPolitico fino al dicembre 2014. Follow @antonio_scafati
Tutti gli articoli di Antonio Scafati →