Mourdock, il disastro del Tea Party porta i repubblicani verso la sconfitta

Pubblicato il 25 Ottobre 2012 alle 23:13 Autore: Daniele Curcio
mourdock

Allora i candidati del tea party O’Donnell (affettuosamente soprannominata “la strega”), Buck e Angle, sconfiggendo i preferiti dall’establishment durante le primarie, fecero sfumare vittorie pressoché’ assicurate in Delaware, Colorado e Nevada. Due anni dopo è invece la volta di Mourdock e Akin: uno consegnerà un seggio storicamente repubblicano ai democratici, l’altro non riuscirà a sconfiggere Claire McCaskill, la senatrice più impopolare d’America, a causa di un’altra “gaffe” sull’aborto (“è mia convinzione medica che il corpo delle donne abbia degli anticorpi naturali per evitare la gravidanza in caso di stupro”). Se aggiungiamo poi che l’indipendente (ma con tendenze democratiche) Angus King conquisterà il seggio del Maine che era della repubblicana moderata Olympia Snowe, ritiratasi perché “schifata” dall’estremismo ” imperante” in politica, ecco che il quadro è completo: altro che conquista del Senato, sarà difficile evitare che i democratici incrementino la loro attuale maggioranza.

Ed ora anche Romney trema. Giusto l’altro giorno aveva girato uno spot, prontamente trasmesso sulle tv dell’Hoosier State: “Indiana, unisciti a me nel sostenere Richard Mourdock al Senato”. A parte la figuraccia del dover ritirare il proprio appoggio poche ore dopo averlo concesso, la preoccupazione ora è un’altra: che le donne votino in massa per Barack Obama nel timore che Romney possa rivelarsi simile a quei Mourdock o Akin che ancora dominano nel suo partito. Credete davvero che la frase di Obama nel dibattito “Romney vuole riportarci alle politiche sociali degli anni ’20” fosse casuale?

Romney ritira il suo appoggio, Obama cerca di dipingere lui e tutti i repubblicani come “pericolosi estremisti”, Mourdock si scusa dicendo di essere stato “frainteso” e Akin persiste in gaffe fra l’incredulità e la disperazione del suo partito (l’ultima? Aver definito Claire McCaskill “una cagna al servizio di Washington”). Come finirà?

Il 6 novembre gli Americani si esprimeranno, ma fino ad allora sarà inevitabile chiedersi: a cosa mai sarà servito il Tea Party?

L'autore: Daniele Curcio

Studente in Economia e Business Internazionale alla Università Bocconi di Milano, è appassionato di politica Americana sin da giovane. Durante i suoi numerosi viaggi negli Stati Uniti ha avuto modo di approfondire i suoi studi nel settore. Consigliere di Municipio nel Comune di Brescia dal 2008. Caporedattore della sezione Esteri di Termometro Politico, sezione americhe e english version
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