EUR09: l’Istituto Cattaneo analizza i flussi di voto a Napoli

Pubblicato il 20 Luglio 2009 alle 07:26 Autore: Redazione

EUR09: l’Istituto Cattaneo analizza i flussi di voto a Napoli

Flussi di Voto. Fonte: Istituto Cattaneo

 

Portiamo all’attenzione questo studio svolto dall’Istituto Cattaneo, che analizza il flusso di voti a Napoli dopo le Elezioni Europee 2009.  Riportiamo il commento dal blog di Massimo del Mese.

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L’astensionismo vero vincitore: 47,8%. La coalizione di Silvio Berlusconi cede poco. Di Pietro, più degli altri piccoli, erode voti al Partito Democratico.

NAPOLI – L’Istituto Cattaneo ha analizzato i flussi di voto a Napoli, e dallo studio è emerso che ad essere penalizzato è stato più il PdL, che il PD. Uno dei fattori principali è stato l’astensionismo, non di meno la protesta verso i partiti.

Quindi, l’astensionismo assume diversi significati: quello attribuibile alla “pigrizia”, ha penalizzato più il PdL; quello della sfiducia ha penalizzato il PD; quello della rabbia, evidentemente tutti i Partiti.

In questa tornata elettorale si è registrato anche un significativo travaso di voti dal Partito Democratico verso l’Italia del Valori e le due formazioni della sinistra (Rifondazione e Sinistra e libertà). Gli elettori, evidentemente, per non astenersi o votare per uno dei partiti dell’altro schieramento, si sono riversati verso questi partiti.

Questa è l’analisi che si è sviluppata su Napoli, che ha preso come dato di partenza l’astensionismo. Lo studio rileva che i votanti nel Capoluogo di Regione, sono scesi dal 67,7% delle politiche del 2008, al 52,2% delle attuali (fonte Camera dei Deputati), quindi è nel comportamento degli elettori che l’anno scorso avevano votato e quest’anno no, che va cercata la spiegazione del dato elettorale del 2009 e le sue dinamiche.

Considerando l’astensionismo un vero e proprio Partito e unificando ad esso le schede bianche o nulle, appare che sia il PdL e sia il PD hanno perso consensi rispetto al 2008, e in termini numerici, il primo 74.000 voti e il secondo 73.000. Più precisamente il PdL avrebbe perso il 31% dei suoi consensi, il PD invece il 40% dei suoi consensi. Conseguentemente 3 elettori su dieci non hanno rivotato il PdL e 4 elettori su 10 non hanno rivotato per il PD, deducendo che il PD è quello che più è stato sconfitto.

E questi voti a chi sono andati?

Se la maggior parte dei voti che ha perso il PdL sono solo da attribuire alla pigrizia e all’astensionismo, così non è per il PD, che perde anche per l’astensione, ma perde voti soprattutto verso altre direzioni: il 3% verso Italia dei Valori; 1,9 % verso Rifondazione e Sinistra e Libertà; 1,5 % verso il PdL.

Si deduce dallo studio che il comportamento degli elettori dei due schieramenti, seguono due dinamiche completamente diverse tra loro: quelli del PdL, evidentemente poco coinvolti e quindi non attenti ai richiami del momento importante delle elezioni e che se oggi non ha espresso il voto lo farà sicuramente in un’altra circostanza; gli elettori del PD, al contrario, più politicizzati, più attenti e per questo non rinunciano tanto facilmente a votare, ha “abbandonato” il suo partito, e per contro il PD non sa tenere i suoi elettori.

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