Quale legge elettorale vogliono i partiti? (2)

Pubblicato il 31 Dicembre 2010 alle 17:45 Autore: Matteo Patané

Da parte di molti schieramenti politici si parla – in maniera più o meno disinteressata – della riforma della Legge 270/2005 in materia elettorale, il cosiddetto “Porcellum”.

Di una di queste, l’Atto 3 del Senato della Repubblica, Città Democratica offre aggiornamenti mensili (Puntata I – II – III); tuttavia, al 25 novembre 2010, sono presenti ventotto atti in materia elettorale, che possono fornire diversi spunti sulle opinioni e sulle strategie dei partiti e dei singoli parlamentari in questo ambito.

quale legge elettorale

Ad un primo, grezzo, esame, risultano due macrocategorie di interventi: una sulla composizione delle liste, ed una sugli effettivi meccanismi elettorali. A sua volta, in questa seconda macrocategoria si può tracciare una linea di divisione tra le proposte volte a fornire correttivi alla legge elettorale vigente e quelle che invece costituiscono leggi elettorali alternative vere e proprie.
Naturalmente alcuni ddl, i più complessi ed articolati, sono del tutto trasversali a questa suddivisione, avendo articoli che possono ricadere in più rami della scarna classificazione qui effettuata.

Sono espressamente mirati a gestire la composizione delle liste l’Atto 2, di iniziativa popolare, l’Atto 17, di Laura Bianconi (PdL), l’Atto 93, di Vittoria Franco (PD), l’Atto 104, di Helga Thaler Ausserhofer (UDC-SVP-Aut), l’Atto 257, di Silvana Amati (PD), e l’Atto 708, di Stefano Ceccanti (PD).
Tutti questi atti sostanzialmente gestiscono la composizione delle liste proporzionali imponendo un ordine alternato uomo-donna ed i collegi uninominali imponendo un totale equamente ripartito per sesso allo scopo di garantire l’eguaglianza di accesso dei due sessi alla carica elettiva ed evitando che, almeno nel proporzionale, le donne siano inserite al fondo delle liste.
L’Atto 708 in realtà si colloca in un più ampio disegno volto a contrastare le discriminazioni di genere, che esula, salvo la conformazione delle liste, dall’ambito prettamente elettorale.

Si propongono come modifiche al sistema elettorale vigente invece l’Atto 28, di Oskar Peterlini (UDC-SVP-Aut), che di fatto omologa il trattamento elettorale del Trentino Alto-Adige a quello della Valle d’Aosta, o l’Atto 29, ancora di Oskar Peterlini (UDC-SVP-Aut), che prevede la reintroduzione delle preferenze e l’abolizione delle candidature multicollegio.
Incentrati sulla reintroduzione delle preferenze sono anche l’Atto 111 di Mauro Cutrufo (PdL) e l’Atto 871 di Salvatore Cuffaro (UDC-SVP-Aut), mentre l’Atto 748, di Claudio Molinari (PD), è sostanzialmente una copia del 29.
La questione del premio di maggioranza e delle soglie di eleggibilità vengono invece affrontate nell’Atto 1566 di Vannino Chiti (PD), che chiede di fatto l’innalzamento delle soglie per l’accesso al Parlamento e l’abolizione del premio di maggioranza sia alla Camera che al Senato.
Estremamente legato alle vicende attuali della politica è invece l’Atto 2356 di Gaetano Quagliariello (PdL): esso prevede infatti l’introduzione di un premio di maggioranza al Senato su base nazionale in aggiunta a quelli regionali tale che alla coalizione vincente vengono assegnati dei senatori supplementari fino al raggiungimento di quota 170 senatori o della quota di 45 senatori di premio.

Le proposte di completo rinnovo della legge elettorale sono poi estremamente variegate: si passa dal ritorno al “Mattarellum” (Legge 276/1993 e Legge 277/1993) o sistemi analoghi con gli atti 1549 e 2327 di Stefano Ceccanti (PD) e 1550 di Antonello Cabras (PD), a sistemi misti con quota proporzionale al 50% con gli atti 110 di Mauro Cutrufo (PdL), 696 di Giuseppe Saro (PdL) e 2293 e 2294 di Francesco Rutelli (Misto, Alleanza per l’Italia), che prevedono inoltre l’aggiunta di una soglia di sbarramento. Vi sono poi proposte per un sistema maggioritario a turno unico, con l’Atto 27 di Oskar Peterlini (UDC-SVP-Aut), o a doppio turno, con l’Atto 1105 di Marco Perduca (PD) e l’Atto 2098 di Stefano Ceccanti (PD); infine, alcune proposte di legge contemplano un sistema maggioritario con voto trasferibile, come l’Atto 2315 di ancora di Stefano Ceccanti (PD).

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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