Bologna, i numeri delle primarie

Pubblicato il 27 Gennaio 2011 alle 10:32 Autore: Matteo Patané

Ben più grave sarebbe l’inquinamento del voto, casistica che si verificherebbe nella situazione in cui fitte schiere di elettori non appartenenti alla coalizione si fossero infiltrati alle primarie del centrosinistra per falsarne in qualche modo il risultato. Vista anche l’elevata ed inaspettata partecipazione all’appuntamento bolognese, si può dire sia stato questo il caso?

Come si può vedere comparando i voti ottenuti dal centrosinistra al primo turno delle comunali felsinee del 2009 e quelli delle primarie 2011 disaggregando per quartiere, si può notare un generico fenomeno di polarizzazione: i maggiori richiami alle primarie si sono avuti nei quartieri storicamente più schierati sia con che contro il centrosinistra – Borgo Panigale e Navile da un lato, e Santo Stefano e Saragozza dall’altro. I quartieri intermedi hanno invece visto una stazionarietà se non un lieve calo.
Unica eccezione è il popoloso quartiere Savena, l’unico che ha registrato una variazione, negativa, superiore al punto percentuale. Trattandosi di un quartiere generalmente piuttosto favorevole al centrosinistra, questo dato è forse l’unico campanello di allarme in una giornata altrimenti da considerare positiva per la coalizione, pur tenendo conto che, essendo un punto percentuale in questa situazione convertibile in circa 350 persone, queste variazioni sono ai limiti delle normali oscillazioni statistiche.

L’incremento ottenuto da Santo Stefano e Saragozza, pari ad un +1,59% complessivo del peso di queste due circoscrizioni nella composizione del voto, è da intendersi come infiltrazione del centrodestra alle consultazioni?
Due fattori consentono di negare questa ipotesi.

bologna

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La prima considerazione, come già esaminato precedentemente, è puramente numerica. L’incremento riscontrato rispetto ai voti del centrosinistra alle Comunali 2009 da parte di Santo Stefano e Saragozza, in termini assolulti, è stimabile intorno alle 550 unità, ovvero una quota inferiore al 2% della partecipazione complessiva, del tutto inadeguata in caso di tentativo sistematico di sabotaggio della consultazione.
Inoltre, osservando la ripartizione geografica del voto, è evidente come la Frascaroli sia stata in grado di calamitare consensi proprio nelle due circoscrizioni interessate, riuscendo a Santo Stefano anche ad ottenere la maggioranza assoluta dei voti. Le peculiarità della figura di Amelia Frascaroli – cattolica, legata alla Caritas – con ogni probabilità quindi hanno attirato elettori maggiormente legati al mondo cattolico e ai margini del tradizionale elettorato del centrosinistra.

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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