Gori e Serra, la new left di Renzi all’esame di empatia alla Leopolda

Pubblicato il 17 Novembre 2012 alle 09:45 Autore: Carlandrea Poli

Serra, suo malgrado è diventato un simbolo della campagna elettorale di Renzi: il rapporto con l’alta finanza è il primo fianco debole a beneficio degli attacchi di Bersani e Vendola. L’altro è Giorgio Gori, che viene dal mondo della televisione e – massimo oltraggio per l’immaginario della sinistra di formazione classica – da Mediaset.

In questi mesi si è attribuito a più riprese a Gori, ex direttore di Magnolia ed ex direttore di rete per il biscione, il ruolo di spin doctor: “Una stupidaggine inventata per mettere zizzania. Nessuno che conosce Matteo – ha ricordato – può pensare che decida con la testa degli altri”. Il nesso di questa maldicenza – a sentire Gori – andrebbe rintracciato nel suo passato professionale. Nulla di cui vergognarsi, anzi – nel chiaro intento di portare il messaggio di una storia di scalata sociale, partendo anche lui da condizioni familiari umili – ha ricostruito, ieri pomeriggio, il suo percorso professionale: studente universitario, lavoratore precario, poi assunto a tempo determinato fino all’approdo nel mondo Fininvest.

giorgio gori

Il filo conduttore è un telling story neoprogressista con due narrazioni finalmente left-friendly: “anche i manager hanno un cuore” (sponda Davide Serra) “anche i manager e i comunicatori possono essere di sinistra” (settore Giorgio Gori). Più convincente il primo del secondo, ma entrambi sono tutt’altro messaggi di arretramento.

È stato sufficiente ascoltare don Mazzi, che ha invitato Renzi a cambiare la politica facendo all’occorrenza il Pierino della politica italiana e l’invito a bruciare le navi dietro di sé di Baricco per far capire a tutti che la rottamazione non intende accettare annacquamenti o premi di consolazione.

L'autore: Carlandrea Poli

Nato a Prato il 27/06/1987 giornalista pubblicista, ha cominciato a collaborare con alcune testate locali della sua città per poi approdare al Tirreno. Appassionato delle molte sfaccettature della politica, ha una predilezione per la comunicazione, l'economia e il diritto. Adora il neomonetarismo, l'antiautoritarismo della scuola di Francoforte e prova a intonare nel tempo libero con scarso successo le canzoni di Elisa Toffoli. Su Twitter è @CarlandreaAdam
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