Moldavia, se Tiraspol diventa l’ago della bilancia tra Russia e Nato

Pubblicato il 20 Novembre 2012 alle 17:02 Autore: Marco Residori
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C’è inoltre chi, in queste settimane, seguite alle dichiarazioni di Finagin, e all’intensificazione della cooperazione militare moldava con gli alleati europei e americani (finalizzazione della partecipazione moldava nella European Security and Defense Policy e offerta di un prestito statunitense di 1,6 milioni di dollari al fine di sviluppare e migliorare le infrastrutture moldave di peacekeeping) propone paralleli con le fasi precedenti la recente guerra in Ossezia del Sud. A metà ottobre, infatti, le autorità russe, senza preavvisi ai colleghi moldavi, hanno tentato di armare le forze di peacekeeping presenti in territorio moldavo con lanciagranate e fucili di precisione. Riprese dal Ministro della Difesa moldavo, Vitalie Marinuta, riguardo il tentativo di violare gli accordi siglati introducendo armamenti lontani dagli scopi di peacekeeping, le autorità di Mosca compiendo un passo indietro, si sono scusate, evidenziando contemporaneamente però il vero scopo del malinteso: sondare le acque. Alla vicenda si sono successivamente aggiunti l’intensificarsi dell’addestramento delle forze militari trasnistrie e il progetto di ammodernamento della base militare aerea di Tiraspol, intrapresi dal Cremlino. Le richieste di delucidazione di Chişinău hanno visto le autorità militari russe giustificare l’ammodernamento con la necessità di trasportare a Tiraspol otto elicotteri e altro materiale militare.

La rapida successione di eventi viene così letta, da coloro che propongono similitudini con i preamboli del conflitto ossezio, come il tentativo intrapreso da Mosca al fine di scoraggiare militarmente l’intensificazione dei rapporti di Chişinău con le istituzioni europee, minacciando altrimenti un preoccupante cambiamento degli scenari interni.

In questi giorni, il rappresentante russo per la Transnistria, Dmitry Rogozin, è in visita ufficiale a Chişinău e Tiraspol con lo scopo di discutere la risoluzione del conflitto. Il 29-30 novembre giungerà in Moldavia, il Presidente della Commissione Europea, Jose Manuel Barroso, al fine di intavolare discussioni riguardo la futura implementazione delle trattative europee. Entrambi proveranno ad ottenere mediatiche dichiarazioni legittimanti le loro antitetiche posizioni. L’augurio è che non dimentichino di discutere il dovuto assestamento delle plurime instabilità a cui la geopolitica ha condannato il Paese.

L'autore: Marco Residori

Marco Residori, studente presso il corso di laurea "Mass media e Politica" della facoltà di Scienze politiche "Roberto Ruffilli" (unibo), nato nel 1988 e cresciuto a Milano. Aree di interesse/ricerca: sociologia dei consumi culturali e comunicativi, zone di frontiera tra ue-nuova europa (nuove russie e balcani) attualmente vive in Ukraina. Il suo blog personale è "Crossbordering"
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