Livello Zero: il Digital Divide. Di Tommaso Caldarelli

Pubblicato il 9 Settembre 2009 alle 11:49 Autore: Redazione
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Internet invece darebbe una spinta potente verso la soluzione del problema dell’accesso all’informazione. Non è necessario spiegare perché: quantità praticamente illimitata di dati e notizie accessibili, blog, opinioni, approfondimenti, liberi e gratuiti. Ma per ragionare su come internet può cambiare il nostro approccio alla comunicazione della e con la politica, dobbiamo prima chiederci quante persone sappiano di cosa stiamo parlando.

PC installati

Uno degli ultimi rapporti sull’Information and Communication Technology (ICT), quello di Assinform-Confindustria, ci restituisce una buona fotografia della situazione: l’Italia è la penultima nazione sviluppata industrialmente nella classifica del Digital Divide, davanti solamente alla Spagna. Il DD, come sappiamo, è il divario fra chi può accedere alle nuove tecnologie e chi non ha questa possibilità, e si compone di due elementi: accesso alla banda larga e alfabetizzazione informatica.

Secondo i dati, l’Italia ha 30 milioni di PC installati, contro i quasi 60 della Germania e i 45 della Francia, ed è ultima in classifica per la percentuale di PIL destinata ad investimenti in infrastrutture tecnologiche – e quindi al miglioramento futuro di questa situazione. La copertura ADSL è inadeguata, con il 25% dei comuni italiani condannati a viaggiare con il 56K (secondo quanto affermato da Maurizio Gotta, presidente e fondatore di Anti Digital Divide): e non pensiamo a piccoli paesini di montagna, sopravvivono così anche alcuni quartieri periferici a Roma. Ciò dipenderebbe in gran parte dal fatto che il monopolista di rete Telecom, dopo la privatizzazione, e cioè “dal 1999 ad oggi non ha praticamente più fatto investimenti di manutenzione o di allargamento di questa rete”, che sarebbe andata progressivamente logorandosi fino a diventare inutilizzabile per usi di massiccia importanza. Probabilmente anche perché “Telecom Italia è stata privatizzata alle condizioni che tutti conosciamo, ha praticamente assorbito il debito e non è finanziariamente in condizioni di fare nuove coperture, di estendere la banda larga e di migliorare il servizio.”

Spesa Tecnologia ed Informazione

D’ora in poi quindi, quando parliamo delle enormi potenzialità di Internet, dovremmo ricordarci che stiamo facendo un discorso estremamente di nicchia, quasi elitario. E dire che l’attuale Presidente degli Stati Uniti non sarebbe potuto essere eletto senza la capillare rete di donatori che gli hanno finanziato la campagna elettorale, e che solo Internet ha saputo creare. Allo stesso modo i giovani iraniani non avrebbero potuto iniziare la loro lotta contro la dittatura islamica che li affligge senza un modo per forzare la censura dei media ufficiali: Twitter, Facebook, eccetera.

Sono certamente apprezzabili le parole di chi, anche in Italia, spinge per una maggiore digitalizzazione dei servizi pubblici, o laddove si parla di ebooks al posto dei libri di testo scolastici: ma senza un serio discorso sull’accessibilità di questi servizi per tutta la popolazione, andrà a finire che saranno utilizzati solo da una ristretta cerchia di persone.

Questa quindi la situazione che il passato ci lascia: dominio assoluto dei “vecchi” media (peraltro nella versione italiana dalla scarsa affidabilità) e difficoltà prima di tutto … infrastrutturale nel parlare di “nuovi” media.

 

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L'autore: Redazione

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