Bielorussia, le sanzioni economiche europee e la rapacità di Mosca

Pubblicato il 24 Novembre 2012 alle 11:18 Autore: Marco Residori

Arrivando alle compagnie di assicurazione, le proprietà russe vantano il controllo delle imprese leader del settore. Task, controllata da Sberbank, holding a partecipazione maggioritaria statale. Belvneshstrakh e Belingosstrakh, controllate dalla holding Basic Element, attraverso la partecipata Ingosstrakh, facenti capo all’oligarca russo Oleg Deripaska. Brolli ed Alvena, fuse in Belrosstrakh a seguito della loro integrazione in RESO-Garanzia, holding capeggiata dai fratelli Sergey e Nikolay Sarkisov.

Concludendo, si annoverano partecipazioni russe anche nei seguente settori: mercato del gioco d’azzardo, controllato dalle compagnie russe Shangri La casino (Michael Boettcher) e Columbus; settore delle costruzioni, presidiato dalle holding russe Itera, compagnia registrata a Cipro e di proprietà di Igor Makarov, e Su-155, leader russa del settore, di proprietà dell’oligarca Mikhail Balakin; mercato farmaceutico, pattugliato dalla compagnia Ferain capeggiata dal navigato oligarca Vladimir Brinsalov; settore della ristorazione, guidato dal monopolista russo Rosinter, proprietario delle popolari catene Il Patio, T.G.I Friday’s, Planet Sushi e Costa Coffee; mercato della telefonia mobile, capeggiato dai tre operatori russi Euroset, Svyaznoy e Mts; industria del latte, presidiata dalla russa Unimilk; settore energetico, patrimonio esclusivo di Gazprom (acquirente del 100% della rete di gasdotti bielorussa Beltransgaz) e delle aziende pubbliche russe Rosatom e Rostechnologies, incaricate della costruzione  del primo impianto di produzione nucleare bielorusso e dell’impianto di produzione idroelettrica di Polantsk.

Preso atto del determinato avanzare del Cremlino all’interno dei principali settori economici bielorussi, notevolmente ridotta risulta l’efficacia delle sanzioni europee. I generosi tentativi miranti ad indebolire l’economia e consequenzialmente il regime di Lukashenko assumono infatti poco significato nel momento in cui esiste chi, a suon di rubli, foraggiandolo, gli garantisce nuova linfa. Il ruolo di decisore delle sorti del regime bielorusso sembra quindi, nonostante gli sforzi europei, essere nelle mani di Mosca. Spontaneo nasce però sussurrare: a quando sanzioni europee verso l’ingordo e poco collaborativo approccio russo? La retorica e laconica risposta risiede negli interessati equilibri dei gasdotti: Mai.

L'autore: Marco Residori

Marco Residori, studente presso il corso di laurea "Mass media e Politica" della facoltà di Scienze politiche "Roberto Ruffilli" (unibo), nato nel 1988 e cresciuto a Milano. Aree di interesse/ricerca: sociologia dei consumi culturali e comunicativi, zone di frontiera tra ue-nuova europa (nuove russie e balcani) attualmente vive in Ukraina. Il suo blog personale è "Crossbordering"
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