Termometro Sportivo: Lazio e Napoli a tre punti, campionato riaperto?

Pubblicato il 19 Gennaio 2013 alle 15:44 Autore: Fabio Maneri

In serata la Juventus sarà chiamata a rispondere al pressing delle avversarie in una sfida contro l’ammazzagrandi Udinese, che nelle ultime due partite ha battuto Inter e Fiorentina segnando 6 gol e subendone uno solo. Ma la Juve può vantare un ottima serie di precedenti, con le 28 vittorie e le sole 6 sconfitte in 38 precedenti in A, nonché una serie di statistiche da far impallidire avversari e contendenti: 41 gol fatti (9 più dei friulani) e 14 subiti (13 in meno), 363 tiri scagliati verso la porta avversaria (solo 205 i tiri dell’Udinese) e solo 172 subiti (a 276). L’Udinese, però, nonostante tutto, può sperare per almeno due fattori: il primo è la presenza di qualcosa che alla Juve manca, cioè un attaccante in grado di far male in qualsiasi momento della partita come Di Natale, il secondo è un precedente che somiglia tremendamente alla partita di sabato sera. Aprile 1997: la Juve è prima in classifica con tre punti sulla seconda (che allora era il Parma), l’Udinese viaggia appena fuori dalla zona Europa, ma può contare su attaccanti in grado di far male quando vogliono (si trattava di Bierhoff e Amoroso). La Juve gioca bene, domina a tratti, ma tra fine primo tempo e inizio del secondo accade l’imprevedibile: 43’, rigore di Amoroso, 46’ colpo di testa di Bierhoff, 48’ contropiede ancora di Amoroso. La Juve si ritrova sotto 3-0. Le occasioni per riaprire la partita, però, ci sarebbero pure, ma Vieri e Zidane sprecano due rigori. Alla fine è l’Udinese a festeggiare. Quell’anno, a fine campionato, la Juve si porterà a casa lo scudetto, mentre i friulani concluderanno con uno stupefacente quinto posto.

Alle 12.30 della domenica tocca alla terza pretendente al titolo, il Napoli, che va a trovare una Fiorentina in carenza di risultati da troppo tempo. Si tratta della partita più importante del weekend, vista i possibili risvolti della classifica, con i partenopei che vogliono portarsi ancora più vicini se non, in caso di buone notizie da Torino, alla pari della capolista e i viola che cercano di rifarsi sotto nella lotta per il terzo posto. Le statistiche raccontano di una partita piuttosto equilibrata, in cui l’odierna differenza di classifica dipende, soprattutto, della migliore difesa azzurra (18 gol subiti) rispetto a quella viola (24). Per il resto, però, la Fiorentina ha tirato di più verso la porta avversaria (311 a 275) e subito meno tiri verso la propria (183 a 238) e ha sommato un migliore possesso rispetto agli avversari (54,3% a 52,5% di media).

Nel pomeriggio della domenica, le sfide coinvolgono soprattutto le squadre invischiate nella lotta per la salvezza: Atalanta – Cagliari, Chievo – Parma, Genoa – Catania, Milan – Bologna, Pescara – Torino e Siena – Sampdoria.

Il posticipo, poi, è il primo atto di una classica che si ripeterà altre due volte nei prossimi mesi, tra campionato e Coppa Italia: Roma contro Inter. Si tratta di una partita da sempre molto spettacolare e piena di gol (solo 5 0-0 negli 80 precedenti), ma soprattutto rappresenta la sfida che per anni, con le altre grandi che arrancavano dopo il terremoto di calciopoli, ha voluto dire “partita scudetto”. Le due squadre vengono da un periodo difficile (l’Inter, con lo 0-2 di Pescara dello scorso turno, ha interrotto un’astinenza da vittorie che durava da 3 giornate, mentre la Roma ha aperto il 2013 con due sconfitte in campionato contro Napoli e Catania) e da 120 lunghi minuti giocati in settimana nella coppa nazionale. Fin qui la Roma ha segnato ben 11 gol in più degli avversari, subendone, però, 12 in più. L’Inter ha tenuto la palla meno degli avversari (52,9% contro 53,4%) e subito più tiri verso la propria (248 a 230, ma la Roma ha giocato una partita in meno). Il risultato potrebbe segnare una svolta nella stagione delle due squadre: in caso di sconfitta, infatti, il sogno Champions sarà tremendamente più lontano per entrambe.