Il gioco delle coppie

Pubblicato il 21 Gennaio 2013 alle 15:28 Autore: Livio Ricciardelli
gioco delle coppie: Massimo Donadi e Bruno Tabacci

Ma non è solo l’unica strana accoppiata quella tra Storace e Pannella. Il gioco delle coppie è praticato a destra come a sinistra.

Perché infatti non parlare di Tabacci e Donadi? Il primo la storica “spina del fianco” (copyright Silvio Berlusconi) nel corso della XIV legislatura dove nella vesta di presidente della commissione attività produttive della Camera molto spesso fustigò l’operato del Cavaliere, il secondo in rotta con Di Pietro (pare che nell’Idv viga nei confronti di Donadi una forma di damnatio memoriae) e desiderosa di continuare il dialogo interrotto con la grande casa democratica.

Nasce dunque Centro Democratico, strano coacervo che sfugge a qualsiasi tipologia di catalogazione a livello internazionale e che comprende tra le sue liste l’ex guardasigilli e presidente della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick.

gioco delle coppie: Massimo Donadi e Bruno Tabacci

Il caso più eterogeneo però riguarda senz’altro Fratelli d’Italia: cosa c’entra l’iperstatalismo di matrice sociale della Giorgia Meloni col liberismo sfrenato e d’impronta einaudiana del cuneese Crosetto? Per non parlare della tradizione della destra meneghina rappresentata dal lombardo – siculo La Russa che, nonostante il forte aplomb neo-conservatore, in molti nell’entourage continuare a definire, a differenza di Gasparri, “un vero fascista”?

Caso più omogeneo, ma strambo per logica politica e quindi inseribile nel nostro “gioco delle coppie”, è l’asse Tremonti-Lega. E’ vero che per anni, così come Aldo Brancher, Tremonti è parso più un esponente leghista che forza italiota. Ma perché, da parte di un partito storico come il Carroccio, questo riferimento nel suo simbolo al movimento “3L” di Tremonti, forza politica potenzialmente quanto mai residuale?

La triste conclusione, che attristisce tutti i malati di politica, e che formazioni politiche minori ma folkloristiche spesso purtroppo prendono la decisione di non correre. E si salvarsi in corner.

Quanti, per cinque lunghi anni dal 2001 al 2006, hanno sognato di assistere e di poter provare la consistenza politica dello Sdi a livello nazionale (considerando il flop del Girasole), vedendosi negata questa soddisfazione sia in occasione delle Europee 2004 (Uniti nell’Ulivo) sia in occasione delle politiche di due anni dopo (La Rosa nel Pugno)?

L'autore: Livio Ricciardelli

Nato a Roma, laureato in Scienze Politiche presso l'Università Roma Tre e giornalista pubblicista. Da sempre vero e proprio drogato di politica, cura per Termometro Politico la rubrica “Settimana Politica”, in cui fa il punto dello stato dei rapporti tra le forze in campo, cercando di cogliere il grande dilemma del nostro tempo: dove va la politica. Su Twitter è @RichardDaley
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