Olanda, economia protagonista della politica Ue.

Pubblicato il 5 Febbraio 2013 alle 10:52 Autore: Redazione

A rendere tutto questo più difficile da digerire ai sudditi di Beatrix si somma un’inflazione sanitaria che negli ultimi dieci anni ha raggiunto un pauroso 71,4%, frutto di una struttura che poggia su due pilastri. Il primo pubblico che assicura il cosiddetto long-term care e le disabilità. Un secondo tramite assicurazione privata per i trattamenti medici di routine (medico di base e ospedalizzazioni) pagato per il 50% dal datore di lavoro, per il 45% dal lavoratore e per il 5% dallo Stato.

Per farla breve un olandese medio ha visto quasi raddoppiare il costo delle assicurazioni sanitarie in dieci anni dando la colpa all’introduzione dell’euro piuttosto che al Governo che le ha introdotte. Come dire “tutto il mondo è paese!”.

Resta in piedi il fatto che in un contesto internazionale dove permane una divisione tra i neo-liberisti sostenitori radicali dell’austerity come soluzione unica per questa Crisi e i paesi mediterranei afferenti al gruppo PIIGS che vedono gli effetti della politica economica imposta dalla Germania alla Grecia e chiedono una maggiore elasticità nell’attuazione delle regole dettate dalla Troika formata da Fondo Monetario Internazionale, Banca Centrale Europea e Unione Europea.

Una notizia come questa, sommata a una Germania che ha visto aumentare il proprio Prodotto Interno Lordo di pari passo con l’indebitamento privato, potrebbe scuotere la sensibilità dei radicali che toccherebbero con mano gli effetti di una imposizione di regole ferree sulle proprie popolazioni con ritorni elettorali non certo entusiasmanti. Il tutto va poi contestualizzato in uno scenario di guerra valutaria con Yen, Dollaro e Sterlina sempre più deboli e il Super Euro non permette più ai paesi del Nord Europa di esportare verso gli emergenti e la domanda interna, causa austerity, è ridotta all’osso. Forse qualcuno a Berlino comincerà a comprendere che infierire sui paesi “canaglia” non è poi così favorevole nel medio termine.

Sarà interessante osservare come tutti questi avvenimenti quasi inattesi si inseriranno in un’Europa dove manca ancora molto un concetto unitario contemporaneamente consapevole della ricchezza delle differenze che fecero la forza degli Stati Uniti e che potrebbero proiettare un futuro più roseo.

 di Ivan Peotta

L'autore: Redazione

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