Quella proposta senza senso del Pd a Grillo

Pubblicato il 11 Marzo 2013 alle 16:42 Autore: Livio Ricciardelli

Grillo non è disposto a votare la fiducia per nessun governo. Figuriamoci per un governo di minoranza dove tra l’altro il suo voto sarebbe determinante.

In casa democratica però si fa notare indirettamente a Grillo: se volete contribuire all’attività legislativa attraverso i vostri temi, è necessario un governo. E un governo esisterà solo se voi voterete la fiducia ad un esecutivo a guida Bersani.

Questa proposta, che ha una sua fondatezza apparente, in realtà è una mossa assolutamente priva di senso che anzi rischia di far naufragare un ipotetico asse Bersani-Grillo.

Se infatti si chiede ai Cinque Stelle di votare un governo, perché altrimenti loro non potrebbero avere l’occasione di portare il loro contributo alla vita del parlamento, si invita Grillo ad entrare in una strada senza uscita.

Perché, secondo questo ragionamento del Pd, il Movimento Cinque Stelle non potrebbe votare contro proposte assurde, o considerate contrarie al movimento, proposte dal Pd. In quanto con questo voto contrario rischierebbe di cadere il governo. E facendo cadere il governo non potrebbe “contribuire all’attività legislativa”. Di fatto dunque Bersani non sta proponendo un compromesso su otto punti qualificanti al M5S, ma sta proponendo a Grillo di votare qualsiasi provvedimento funzionale a tenere in vita un qualsiasi esecutivo.

La proposta fatta dal Pd ai grillini è dunque priva di senso. E ci mostra il reale significato di questa apertura a Grillo: non tanto quello di comporre un esecutivo stabile ma quello di scaricare il più possibile le responsabilità di un ritorno alle urne sulle spalle del comico genovese.

L'autore: Livio Ricciardelli

Nato a Roma, laureato in Scienze Politiche presso l'Università Roma Tre e giornalista pubblicista. Da sempre vero e proprio drogato di politica, cura per Termometro Politico la rubrica “Settimana Politica”, in cui fa il punto dello stato dei rapporti tra le forze in campo, cercando di cogliere il grande dilemma del nostro tempo: dove va la politica. Su Twitter è @RichardDaley
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