La Crisi sposta le popolazioni

Pubblicato il 9 Aprile 2013 alle 15:41 Autore: Redazione

Forse non è del tutto corretto considerare questa notizia come punto di forza del libero scambio di persone e cose all’interno dell’Unione, in quanto di fatti non è un passaggio figlio di un’integrazione europea bensì spinto dalla disperazione di giovani che non trovano lavoro in un caso su due e cercano altrove la legittimazione alla propria esistenza.

Sembra che dal Belpaese il flusso di emigrazione di persone di età compresa tra i 24 e i 40 anni sia aumentato del 30% nell’ultimo anno, accomunando con gli altri Paesi in crisi la principale metà dove andare a cercare la fortuna o semplicemente trovare un lavoro che non si trova più in Italia.

Che la Germania sia scevra dagli effetti della Crisi è una chimera facilmente destrutturabile, la diminuzione della popolazione, demograficamente dimostrabile con la riduzione del numero di figli e l’invecchiamento della popolazione hanno aiutato la diminuzione dell’indice di disoccupazione. Parlando brutalmente, se cala il numero di soggetti occupabili, la disoccupazione scende a parità di occupati, quindi il dato ufficiale del 5,5% nel 2012 è in parte anche mosso da questa dinamica demografica. Resta il fatto che probabilmente l’onda lunga della Crisi finirà con l’investire anche la potente Germania che vede la propria forza nelle esportazioni sia nei confronti di paesi come la Cina, ma anche all’interno dell’Unione verso le Nazioni colpite più duramente dalla Crisi quindi la diminuzione dei consumi porterà sicuramente a un calo della domanda e sul lungo termine potrebbe accadere che tale situazione possa ridurre la capacità di assorbimento del mercato lavorativo tedesco.

Certo che a dover preoccupare è il fenomeno in generale, mentre fino all’inizio del XXI secolo i flussi migratori all’interno della UE era generalmente dettati da esigenze legate al percorso professionale, ora è un altro elemento a spingere le persone a scegliere di vivere in un Paese nuovo e in un tessuto sociale diverso: l’impossibilità di trovare lavoro. Resta un dubbio: nel lungo termine questo effetto spopolerà le Nazioni in crisi a favore delle più “rette”? Quando il mercato del lavoro si saturerà i demografi continuano a cantare le lodi della libera circolazione delle persone?

Ivan Peotta

L'autore: Redazione

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