Nucleare: il problema della dipendenza energetica

Pubblicato il 8 Giugno 2011 alle 09:23 Autore: Matteo Patané
nucleare

Anche se il legame tra Italia e Francia ci consentirebbe di entrare nella galassia di Areva, che gestendo la filiera nucleare dall’estrazione al decommissioning ci permetterebbe di avere una parvenza di indipendenza, è bene esaminare il prezzo dell’uranio e analizzare domanda e offerta del materiale.

Variazioni del prezzo dell’uranio
sul mercato spot in $/lb (1988 – 2010)

Rincari dei prezzi consentirebbero l’immissione di nuovo uranio sul mercato, dal momento che le miniere oggi considerate economicamente non produttive diventerebbero vantaggiose, ma a causa degli elevati costi di estrazione difficilmente tale immissione consentirebbe di calmierarne adeguatamente il costo, costo che finirebbe nelle bollette dei cittadini.

La World Nuclear Association ha pubblicato l’andamento dell’offerta di uranio – sia come minerale puro sia come U3O8, la cosiddetta yellow cake – nel corso degli ultimi anni, comprensiva di percentuale coperta della domanda. Come si può vedere, la domanda di uranio già oggi supera abbondantemente l’offerta, e la differenza è certamente destinata ad acuirsi se i GW di potenza nucleare dovessero aumentare. In particolare, come mostra questa pagina dedicata ai reattori installati nel mondo ed aggiornata al 1 ottobre 2010, se per gli attuali 376.313 MWe attualmente prodotti da energia nucleare servono 68.646 tonnellate di uranio, se tutte le centrali definite come “in costruzione”, “pianificate” e “proposte” dovessero diventare realtà, e supponendo un adeguato turn-over dovuto alla dismissione degli impianti più vecchi, i MWe diventerebbero oltre 650.000 con un consumo di uranio intorno alle 120.000 tonnellate annue. Questo fattore gioca indubbiamente a favore di un incremento dei prezzi, dopo l’impennata del 2007 e la successiva stabilizzazione. Gli outlook della WNA mostrano inoltre come sarà difficile sostenere la domanda di uranio anche per i decenni a venire, contando anche le riserve stimate.

Outlook della domanda e dell’offerta di uranio

A fronte di una domanda di uranio già oggi superiore all’offerta e in ogni caso destinata ad aumentare vi è un imponente vincolo all’offerta. Le miniere di uranio non sono tutte dello stesso tipo: se alcuni dettagli possono essere ovvie (miniere a cielo aperto o in gallerie, rocciose o sabbiose, eccetera), uno in particolare merita un approfondimento.

I giacimenti di uranio hanno densità variabili, secondo quanto riporta sempre il sito World Nuclear Association, tra il 20% delle più ricche miniere canadesi e lo 0,0000003% del minerale disciolto nell’acqua di mare.

Ricchezza e concentrazione di minerale dei principali
giacimenti di uranio

Secondo quanto riportato dagli scienziati G. M. Mudd e M. Diesendorf in Sustainability Aspects of Uranium Mining: Toward Accurate Accounting? (2007) la maggior parte delle miniere di uranio note, come si vede nel grafico, è contemporaneamente poco ricca e poco densa di materiale.

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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