L’Islanda al voto, il congresso dei laburisti norvegesi, la Finlandia tra voti di fiducia e euroscetticismo

Pubblicato il 25 Aprile 2013 alle 10:41 Autore: Antonio Scafati

Anche a Helsinki i rapporti tra i membri del governo non sono tutti rose e fiori. Ad ammetterlo è stato il premier Katainen nel corso di un’intervista rilasciata qualche giorno fa: i compromessi raggiunti negli ultimi mesi sono soddisfacenti “ma alcune questioni sono complicate da risolvere”. Per ora queste difficoltà non mettono in dubbio l’esistenza stessa dell’esecutivo, che forte dei numeri parlamentari ha superato il tredicesimo voto di fiducia da quanto è cominciata la legislatura. A proporlo è stata l’opposizione, per niente soddisfatta del coinvolgimento finlandese nel salvataggio europeo di Cipro.

Timo Soini, leader dei Veri Finlandesi, da settimane accusa il governo di aver utilizzato i soldi dei cittadini per salvare un paradiso fiscale. Le posizioni euroscettiche dei Veri Finlandesi sono note, come è nota la determinazione del loro leader. Soini non ha infatti battuto ciglio di fronte al voto parlamentare che ha mantenuto in sella il governo (il risultato non era in discussione, del resto) e ha rilanciato: “Siamo il partito più in crescita, diventeremo la principale forza politica del paese” (anche se per ora, dicono i sondaggi, a crescere di più è il Partito di Centro). E poi gli affondi alla condotta politica del governo: “La disoccupazione sta distruggendo le fondamenta della società finlandese, per i giovani peggio della disoccupazione c’è solo la guerra”, ha tuonato Soini. E a proposito di disoccupazione: i numeri diffusi martedì scorso parlano di un tasso di senza lavoro lievitato al 9%, più di quanto si aspettassero a Helsinki.

Il problema è che le esportazioni stanno calando e la produzione industriale si contrae di conseguenza: questo costringe molte aziende a tagliare posti di lavoro. Una situazione che ha evidentemente molto a che fare con il sondaggio Gallup pubblicato pochi giorni fa: il 47% dei finlandesi è del parere che si debba prendere in considerazione l’ipotesi del fallimento per i paesi indebitati nell’eurozona, anche se una soluzione di questo tipo aggraverebbe la situazione nel breve periodo l’economia di Helsinki. Appena il 28% crede che i paesi in difficoltà finanziarie debbano rimanere nell’euro a tutti i costi. Molti finlandesi, quei costi, sembrano non volerli sostenere più.

L'autore: Antonio Scafati

Antonio Scafati è nato a Roma nel 1984. Dopo la gavetta presso alcune testate locali è approdato alla redazione Tg di RomaUno tv, la più importante emittente televisiva privata del Lazio, dove è rimasto per due anni e mezzo. Si è occupato per anni di paesi scandinavi: ha firmato articoli su diverse testate tra cui Area, L’Occidentale, Lettera43. È autore di “Rugby per non frequentanti”, guida multimediale edita da Il Menocchio. Ha coordinato la redazione Esteri di TermometroPolitico fino al dicembre 2014. Follow @antonio_scafati
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