Germania batte Spagna due a zero

Pubblicato il 26 Aprile 2013 alle 15:11 Autore: Umberto Zimarri

Germania batte Spagna due a zero. Bayern Monaco-Barcellona 4-0. Borussia Dortmund – Real Madrid 4-1. Questo l’esito dell’andata delle semifinali di Champions League.

Il calcio tedesco negli ultimi 5-6 anni è cresciuto in qualità e i risultati si vedono. Stadi nuovi, tecnici preparati, investimenti mirati hanno portato i club teutonici a scalare le classifiche europee. In un passato articolo avevo già analizzato la situazione economica del Bayern Monaco, ora analizziamo il Borussia Dortmund.

Nel 2006 i giallo neri erano già quasi falliti: 140 milioni di euro di debiti, nessun euro in cassa e addirittura per pagare gli stipendi dovettero ricever un prestito dagli “odiati rivali” del Bayer Monaco. Grazie ad un prestito bancario il BvB riuscì a ripartire con un piano chiarissimo: puntare sul settore giovanile ed investire nello scouting.

Al timone dei giocatori del Westafallen Stadium arriva il giovane allenatore Jurgen Klopp. 4-2-3-1 un gioco rapido, veloce e il suo “asilo” diventa una macchina da guerra in pochissimo tempo.  Nel 2011 e nel 2012 è scudetto. Nel 2012, l’anno del ritorno in Europa, i ricavi del Borussia sono aumentati del 40% e lo stadio ha avuto una media spettatori di circa 80 mila persone.

Quali sono stati i grandi colpi low cost dei dirigenti della città della Rhur? Praticamente l’ossatura base della squadra titolare: Hummels, Gundogan, Bender, Lewandoski, Piszczek, Subotic. Dal vivaio, nel frattempo, esplodono il gioiellino Mario Gotze (venduto in questi giorni per 37 milioni al Bayer Monaco) e Nuhri Sahin.

L’unico colpo grosso per le casse del Dortmund Marco Reus (17 milioni), è avvenuto dopo la cessione di Kagawa al Manchester Utd per 16 milioni dopo che il suo acquisto era costato solo 300 mila euro. La società ora è nella top ten della classifica dei fatturati, ma cosa più importante è con un piede nella finale di Wembley con una squadra con soli due over 30. Kehl e il portiere Weidenfeller ed un età media di soli 24 anni. Nulla nel calcio avviene per caso: il futuro del calcio è la programmazione.