Primarie del centrosinistra, le implicazioni

Pubblicato il 7 Luglio 2011 alle 07:18 Autore: Matteo Patané

Viene prima il leader o il programma? Le implicazioni di questa scelta sono fondamentali per la struttura e l’efficacia del futuro centrosinistra

primarie del centrosinistra

Chi è invece dell’idea di procrastinare sostiene che solo con la definizione di un programma di massima è possibile capire i paletti che ciascun partito e movimento interessato considera inderogabili: unicamente definendoli è possibile innescare con certezza il circolo virtuoso del “chi perde sostiene chi vince” che è stata la chiave dei successi del centrosinistra in città storicamente ostili come Milano o Cagliari. Questo insieme di punti fondamentali definisce sì, quindi, un perimetro alla coalizione, ma un perimetro necessario per evitare spaccature o ripensamenti a seconda dell’esito delle consultazioni.

La definizione di un simile programma, inoltre, non metterebbe in secondo piano l’impronta personale dei singoli candidati, che sullo scheletro condiviso da tutte le parti in causa avrebbero ampio spazio, secondo chi sostiene questo approccio, per costruire la propria visione di centrosinistra. Infine, alla necessità di presentare agli italiani un modello di coalizione che non sia quello litigioso del 2006, i sostenitori di questa seconda filosofia oppongono il valore elettorale offerto dalla consultazione che di fatto, con una campagna elettorale supplementare, riesce a smuovere ed oliare quei meccanismi di attivazione e partecipazione che risultano poi così importanti per il buon esito delle elezioni vere. Con un pizzico di cinismo si potrebbe ulteriormente ritenere che un candidato designato troppo in anticipo finirebbe con l’essere logorato – malgrado tutti i buoni propositi della partenza – dalla stessa coalizione che lo sostiene, arrivando poi spompato all’appuntamento elettorale.

In realtà, la necessità della costruzione di una piattaforma programmatica di partenza è ben avvertita da tutti gli ambienti partitici, ed il campeggio dei rottamatori in quel di Albinea, organizzato dal consigliere regionale lombardo Civati per il 22 – 23 – 24 luglio, potrebbe costituire lo scenario per il primo incontro – rigorosamente diffuso in streaming – tra i leader dei principali partiti di centrosinistra, Bersani, Vendola e Di Pietro.

L’asso nella manica di coloro che sostengono l’urgenza delle primarie e le vorrebbero calendarizzare già il prossimo autunno è in ogni caso la fragilità del Governo e della maggioranza: il risicato vantaggio numerico del centrodestra alla Camera dei Deputati, i continui casi di vittorie delle opposizioni nelle votazioni minori, il clima teso tra le varie anime del centrodestra e soprattutto una pesantissima manovra finanziaria da oltre 45 miliardi di euro sono tutti elementi che giocano contro la stabilità e la durata dell’esecutivo e mettono il centrosinistra in permanente fibrillazione da elezioni anticipate. La necessità di non lasciarsi trovare impreparati nel caso di caduta del Governo imporrebbe, quindi, il tempestivo ricorso alle primarie. Ma che succede se invece il Governo non cade?

Un aspetto che infatti è decisamente troppo trascurato riguardo a questo tema è quello del ruolo politico del vincitore della competizione. Le primarie italiane si possono pubblicare una derivazione di quelle statunitensi, e come le loro progenitrici d’oltreoceano sono state concepite per una finalità puramente elettorale. Prima dell’avvio della campagna elettorale vera e propria le forze in campo scelgono il proprio candidato. Così è stato per Romano Prodi per le politiche del 2006 e così è stato ad ogni livello fino alle ultime elezioni amministrative; in Italia il Partito Democratico ha esteso le funzioni spettanti alle primarie anche agli strumenti di democrazia interna, in special modo con l’elezione diretta del segretario nazionale.

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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