Scandinavia tra governi che nascono e governi in difficoltà
In Danimarca, invece, siamo alle solite. L’esecutivo della laburista Thorning-Schmidt è alle prese con i problemi all’interno del proprio recinto. I rapporti tra gli alleati sono tesissimi. La leader del Partito Popolare Socialista, Annette Vilhelmsen, in questi giorni ha provato a dare la carica ai suoi: il partito deve lottare per i disoccupati, altrimenti chi lo farà? Uno scatto di reni che passa per una critica alla linee guida del governo di cui il partito fa parte. Il fatto è che il Partito Popolare Socialista è sull’orlo di una crisi di nervi. I sondaggi di fine aprile hanno dipinto scenari apocalittici (addirittura al 2,8%), e all’interno della formazione politica quasi tutti sono pronti a incassare un duro colpo alle elezioni amministrative di novembre. Ottenere il 5% dei voti per molti sarebbe un risultato accettabile.
Non bastasse, la stessa Annette Vilhelmsen è ormai considerata da molti dei suoi come una figura di transizione destinata prima o poi a farsi da parte. Sondaggi e risultati elettorali potrebbero accelerare il processo di cambiamento: l’ennesimo in pochi mesi. La battaglia annunciata sui sussidi di disoccupazione sembra l’ultima carta che la leader intende giocarsi. Ma sui sussidi di disoccupazione, il governo ha ricevuto critiche pure dall’Alleanza Rosso-Verde che assicura all’esecutivo un appoggio esterno. Rispetto a poche settimane fa, però, gli affondi del partito fanno meno notizia. A fine aprile, sulle colonne del Berlingske Tidende, l’analista politico Thomas Larsen spiegava bene la parabola dell’Alleanza Rosso-Verde: il braccio di ferro che per settimane ha contrapposto il partito ai laburisti sembra essere stato vinto dai secondi. L’Alleanza Rosso-Verde ha puntato spesso i piedi, ha alzato la voce ma non ha ottenuto praticamente nulla. Andare fino in fondo con le minacce avrebbe significato far cadere il governo e riconsegnare il paese al centrodestra. Cosa che tanti elettori di sicuro non avrebbero apprezzato. Ma anche così il partito s’è ritrovato in un angolo, a mani vuote. Johanne Schmidt-Nielsen, leader dell’Alleanza Rosso-Verde, ha riconosciuto di aver ottenuto molto poco, aggiungendo però che tanti elettori e tanti deputati socialdemocratici la pensano in realtà come loro. A conti fatti, però, sembra una vittoria che non consola.