Papa e Tedesco, cosa dicono i numeri

Pubblicato il 23 Luglio 2011 alle 09:33 Autore: Matteo Patané

Cosa è successo veramente in Parlamento sulle votazioni per l’arresto di Alfonso Papa (Pdl) e Alberto Tedesco (ex-Pd)

tedesco

Le ipotesi fioriscono in maniera incontrollata sui mezzi di informazione, rendendo via via più complesso riconoscere le reali motivazioni delle forze politiche dalle mere speculazioni.

Eppure, i – pochi – fatti a disposizione dovrebbero permettere di fare maggiore chiarezza sul tema, e dare maggiori indicazioni sugli orientamenti di voto delle varie forze politiche. I punti da cui partire sono i seguenti:

  • La votazione è stata a scrutinio segreto su richiesta di determinati parlamentari; la regola del cui prodest può quindi essere applicata a questa richiesta;
  • I rapporti di forza tra Camera e Senato sono molto diversi tra loro: alla Camera vi sono 315 membri (50,00%) ascrivibili alla maggioranza, 290 (46,03%) all’opposizione e 25 (3,97%) nel gruppo misto; al Senato vi sono 167 membri (52,02%) ascrivibili alla maggioranza, 144 (44,86%) all’opposizione e 10 (3,12%) nel misto;
  • la votazine al Senato si è svolta prima di quella alla Camera; La Repubblica lancia le due notizie rispettivamente alle 18:36 e alle 18:50, l’ANSA alle 18:56 e alle 19:10;

Il primo punto riguarda il voto segreto, ed i resoconti di Camera e Senato sono essenziali per comprendere chi abbia fatto le richieste. A questo link è reperibile il resoconto della seduta alla Camera dei Deputati. In questo ramo del Parlamento hanno esplicitamente parlato contro il voto segreto Leoluca Orlando e Ignazio Messina per l’IdV, Antonino Lo Presti e Benedetto Della Vedova per il FLI-TP, Pierluigi Mantini e Pierferdinando Casini (UDC-TP), Marilena Samperi, Alessandro Maran e Dario Franceschini (PD). Al contrario si sono mostrati a favore del voto segreto Silvano Moffa (PT), Maurizio Paniz e Fabrizio Cicchitto (PdL). A questo link è invece disponibile il resoconto della seduta del Senato della Repubblica; emerge chiaramente come lo stesso Tedesco, su cui si votava, fosse contro lo scrutinio segreto, così come si era scagliato contro la votazione segreta il capogruppo del PD Anna Finocchiaro; sono stati invece a favore gli esponenti del PdL Gaetano QuagliarielloMarcello Pera.

In entrambi i rami del Parlamento si possono individuare schemi ricorrenti: il silenzio della Lega Nord sul tema del voto segreto, le forze filoberlusconiane (PdL e PT/CN) a favore, le opposizioni contro, la richiesta di voto segreto depositata dal PdL. Sapendo che la votazione a scrutinio segreto sarebbe stata un vero e proprio boomerang dal punto di vista mediatico, perché il PdL l’ha proposta, per di più esponendosi direttamente sia alla Camera che al Senato?

In realtà, esaminando la situazione politica attuale, si scopre che i motivi per una simile scelta abbondavano. In primo luogo, la Lega Nord: i continui dietrofront di Bossi sul voto per Alfonso Papa, stretto tra i vincoli di alleanza a Berlusconi e l’esasperazione della base, erano la forte spia di un certo imbarazzo da parte del Carroccio, imbarazzo che sarebbe stato forse troppo duro da affrontare in caso di votazione palese. Secondariamente, gli scambi di palazzo: non è un mistero che il PdL contava su diversi franchi tiratori di PD e UdC per tentare di salvare Papa. Infine, la possibilità di applicare una sorta di livella sulle votazioni: con il voto segreto, con le indicazioni di partito venute meno, diventa assai più facile addossare all’intera Aula la responsabilità dell’esito del voto.

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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