Obama-Putin: sulla Siria è gelo

Pubblicato il 19 Giugno 2013 alle 17:55 Autore: Antonio Casoria

Il documento ufficiale

Il premier britannico Cameron ha cercato di minimizzare l’entità della distanza fra Russia e USA. E, cercando di sintetizzare i punti sui quale lavorare, ha detto: “Non è un segreto che vi siano state divergenze”, ma “tutti vogliamo la fine del conflitto”. “Deve esserci un’indagine Onu sulle armi chimiche in Siria, tutti l’abbiamo sottoscritto, compreso Putin e non penso sia stato pagato un prezzo. Anzi c’è una dichiarazione forte sulla Siria. L’importante è mandare un segnale chiaro ai siriani”.

Con queste premesse poco incoraggianti anche il documento congiunto finale appare come un tentativo poco incisivo di smussare le differenze. Esso si limita infatti a sostenere con forza la conferenza sulla Siria,Ginevra 2, da cui dovrà trovarsi un compromesso per “una forma di governo transitorio con pieni poteri esecutivi, creata sulla base di mutuo consenso”. “Entrambe le parti – si legge nel documento – devono impegnarsi in maniera seria e costruttiva” e “rappresentare tutte le componenti del popolo siriano”, garantendo l’ “impegno a promuovere quanto stabilito a Ginevra per raggiungere stabilità e riconciliazione”.

I leader delle otto potenze poi “condannano ogni uso di armi chimiche in Siria” e chiedono l’invio di ispettori ONU.

Nessun impegno e nessun accordo in sostanza. Questo è il magro risultato del G8 per quanto attiene alla questione siriana. Tutto è rinviato alle conferenze d’autunno aspettando che nel frattempo le diplomazie continuino a lavorare per porre le condizioni di un accordo per il cessate il fuoco