Socialdemocrazia: eclissi o rilancio?

Pubblicato il 30 Settembre 2011 alle 12:39 Autore: Livio Ricciardelli
Socialdemocrazia

In ogni caso l’ex premier ha concentrato il suo intervento su una visione della sinistra che in Francia definirebbero “plurale”: se infatti la socialdemocrazia come idea può essere anche superata non lo è la realtà dei movimenti e dei partiti socialisti. Del resto sono il polo alternativo, seppur in difficoltà, di tutti i sistemi partitici europei. Tra l’altro aggiunge D’Alema, a seguito della vittoria in Danimarca dei socialdemocratici e del conseguimento della maggioranza assoluta al Senato dei socialisti francesi, non è esclusa una riscossa dei movimento socialdemocratico. A maggior ragione in una fase politica in cui ci si appresta ad assistere a molte elezioni politiche in Europa.

Per D’Alema dunque alcune casacche politiche sono superate, ma devono tendere a collaborare con altre forze del centrosinistra europeo arrivando ad una pluralità di posizioni sintetizzabili nella definizione “progressista”. Del resto la terza via, sempre secondo D’Alema, ha portato avanti un atteggiamento troppo supino nei confronti del mercato ma ha avuto il grande merito di aver fatto incontrare alla socialdemocrazia classica elementi di sinistra liberale capaci di arricchire la base programmatica della sinistra europea. Dunque bisogna incorporare le conquiste della socialdemocrazia e andare avanti con altri partner e compagni di strada per una nuova sinistra capace di tornare a vincere.

Sembrano due analisi distinte, in realtà a tratti sono complementari.

Castagnetti ha senz’altro ragione nel segnalare come i socialisti abbiano sprecato una grande occasione storica, nel periodo del loro massimo splendore, nel non cogliere appieno una grande sfida politica si poneva sul progetto dell’integrazione europea. Al tempo stesso segnala cambiamenti mondiali che non possono non aver alcun effetto su gran parte della sinistra continentale. Le stesse argomentazioni del teorico del laburismo inglese hanno un loro perché, sono condivisibili ma risentono di un limite: un limite che segnalai in un pezzo per The Post Internazionale “La sinistra e la ricezione delle idee” (http://www.thepostinternazionale.it/2011/09/la-sinistra-e-il-problema-della-ricezione-delle-idee/). Se infatti i laburisti criticano il conservatorismo delle posizioni comuniste e democristiane in Italia, forse un po’ troppo stataliste e dunque repressive ai loro occhi, è anche vero che mai e poi mai occorre schematizzare troppo le differenti realtà tra paesi. E dunque come è sbagliato accusare la terza via, almeno secondo me, di essere stata troppo accondiscendente nei confronti del mercato la stessa cosa bisogna dire dell’Italia che agli occhi di Londra non può essere accusata di essere troppo statalista e “tradizionalista”, per certi versi.

(per continuare la lettura cliccare su “3”)

Per commentare su questo argomento clicca qui!

L'autore: Livio Ricciardelli

Nato a Roma, laureato in Scienze Politiche presso l'Università Roma Tre e giornalista pubblicista. Da sempre vero e proprio drogato di politica, cura per Termometro Politico la rubrica “Settimana Politica”, in cui fa il punto dello stato dei rapporti tra le forze in campo, cercando di cogliere il grande dilemma del nostro tempo: dove va la politica. Su Twitter è @RichardDaley
Tutti gli articoli di Livio Ricciardelli →