Venti di rivoluzione in Egitto

Pubblicato il 30 Giugno 2013 alle 17:30 Autore: Antonio Casoria

Alle manisfestazioni adierne il governo era preparato e si è fatto trovare pronto con massicci dispiegameneti di uomini in tenuta antisommossa. Già tre giorni fa l’esercito ha completamente chiuso le frontiere di terra del paese, unità militari aggiuntive sono state schierate lungo la penisola del Sinai, dove sono assembrati migliaia di estremisti armati pronti a difendere il potere degli islamisti e dei Fratelli musulmani. Secondo i media egiziani, ci sarebbero già 100 mila mujaheddin proti al martirio.

Secondo i comunicati del Ministero degli interni la polizia non ha il compito di interferire con i cortei purchè i manifestanti assumano una condotta pacifica.

Gli Stati Uniti hanno chiesto alle autorità egiziane la disponibilità ad evacuare i suoi diplomatici e le loro famiglie dall’Egitto e negli ultimi giorni gran parte dei membri dell’ambasciata americana ha lasciato il paese.

In questo momento è difficile fare previsioni su come andrà a finire questa drammatica giornata, ma è chiaro che ogni egiziano, qualunque sia la sua posizione, si sente obbligato a scendere in piazza per esprimere la propria partecipazione a ciò che sta accadendo nel paese. Il livello della divisione e dello scontro sono tali da far presagire una guerra civile in piena regola.