Caso Ablyazov, si dimette Giuseppe Procaccini, Alfano “Al governo nessuno sapeva”

Pubblicato il 16 Luglio 2013 alle 15:21 Autore: Lorenzo Cini

Caso Ablyazov, governo e polizia a rapporto

Nessuno sapeva dell’espulsione e Alma Shalabayeva non ha mai presentato richiesta d’asilo”. Così il ministro dell’Interno e vicepremier Angelino Alfano spiega al Senato i retroscena del giallo kazako, confermati anche dalla relazione del capo della Polizia Alessandro Pansa. “La polizia non sapeva che Ablyazov fosse un rifugiato” spiega Alfano che avverte “una cosa del genere non deve più accadere”. “Per questo – continua il ministro – Ho chiesto l’avvicendamento del capo dipartimento di pubblica sicurezza (Alessandro Valeri ndr)”.

Questa mattina infatti, il capo della polizia Alessandro Pansa ha consegnato al Viminale un dettagliato rapporto sulla vicenda, con l’obiettivo di fare chiarezza e di individuare i veri responsabili dell’operazione.

A pagarne le conseguenze potrebbero essere i vertici del dipartimento di Pubblica Sicurezza del Viminale e della Questura di Roma: il primo a dimettersi è stato Giuseppe Procaccini, capo di gabinetto del ministro dell’Interno; mentre sono a rischio anche il segretario del dipartimento di sicurezza, Alessandro Valeri, e il capo della polizia pro tempore, Alessandro Marangoni.

Ancora da chiarire l’eventuale responsabilità dei politici, in particolare del Ministro dell’Interno Angelino Alfano e degli Esteri Emma Bonino. Se da un lato Alfano continua a negare il suo coinvolgimento nella vicenda e il Pdl lo difende quasi compattamente, Scajola e Maroni, entrambi suoi predecessori al Viminale, mettono fortemente in dubbio la sua tesi. Secondo Scajola, Alfano “non poteva non essere informato, non ci sono spiegazioni alternative”. Dello stesso avviso anche Roberto Maroni: “Non faccio valutazioni, dico solo da ex ministro dell’Interno che casi del genere erano gestiti dalla struttura con il coinvolgimento di tutti, anche ovviamente del ministro”. Il segretario del Pd Guglielmo Epifani, rispondendo a chi glie chiedeva se Alfano dovesse dimettersi o meno, ha risposto: “Se sapeva e ci sono fatti acclarati va da sè ma se non sapeva realmente, ma io mi domando perchè è  stato fatto a sua insaputa, cosa c’è dietro e sarebbe stato più inquietante”. Il capogruppo alla Senato dei democratici Luigi Zanda ha invece reso noto che a Palazzo Madama il gruppo Pd ascolterà prima l’intervento del ministro Alfano (previsto per le 18)  per conoscere lo svolgimento dei fatti e poi deciderà il da farsi. 

La vicenda rischia dunque di avere conseguenze anche sul governo, alla luce della mozione di sfiducia nei confronti del ministro Alfano avanzata da Sel e M5s. La votazione, che avverrà questo venerdì,  infatti potrebbe comportare non pochi rischi per la tenuta dell’esecutivo: se dovesse essere accolta la richiesta di voto segreto le varie correnti antigovernative all’interno dei partiti della maggioranza (dai renziani nel Pd ai falchi del Pdl) potrebbero colpire il Ministro dell’Interno, nonché vicepremier, con l’obiettivo di far cadere tutto l’esecutivo.

Lorenzo Cini