La GdF a casa del tesoriere di VeDrò, il think tank lettiano

Pubblicato il 18 Luglio 2013 alle 18:40 Autore: Redazione

La GdF a casa del tesoriere di VeDrò, il think tank lettiano 
Il caso Ablyazov ha un po’ oscurato la notizia della perquisizione dell’abitazione di Riccardo Capecchi, dg di Poste Energia e soprattutto tesoriere del think tank VeDrò, fondato nel lontano 2005 dall’attuale presidente del Consiglio Enrico Letta. Lo ribadiamo sin da subito: non c’è e non c’è stata alcuna notizia di reato o avviso di garanzia nei confronti di Capecchi, soltanto una verifica della Guardia di Finanza nel domicilio perugino del tesoriere.

Infatti, l’operazione effettuata dagli uomini delle Fiamme Gialle rientra nel filone dell’inchiesta “Profeta”, che coinvolge i vertici del consorzio Venezia Nuova, responsabili – fra l’altro – della costruzione del MOSE, la grande opera pubblica progettata per difendere la città lagunare dal fenomeno dell’acqua alta. Qualche giorno fa, il Nucleo di Polizia ha battuto un comunicato, nel quale ha spiegato il motivo delle indagini e il conseguente arresto dell’alto dirigente del Consorzio Giovanni Mazzacurati: “È stato individuato il ruolo centrale nel meccanismo di distorsione del regolare andamento degli appalti di Giovanni Mazzacurati, che predeterminava la spartizione delle gare allo scopo di garantire il monopolio di alcune imprese sul territorio veneto, di tacitare i gruppi economici minori con il danaro pubblico proveniente da altre Pubbliche amministrazioni e quindi di conservare a favore delle imprese maggiori il fiume di danaro pubblico destinato al Consorzio Venezia Nuova”. L’accusa mossa nei confronti di Mazzacurati è di turbativa d’asta.

Dunque, il coinvolgimento nelle indagini della magistratura veneziana – che sta indagando anche su eventuali fondi e finanziamenti illeciti – è stato un atto dovuto, dal momento che Venezia Nuova è uno degli sponsor di VeDrò. Tuttavia, il finanziamento concesso all’associazione culturale con sede a Drò (Trento) risulterebbe regolare e non così ingente: si parla di qualche migliaio di euro.

Come riporta il sito del think tank lettiano, “veDrò è un think-net nato per riflettere sulle declinazioni future dell’Italia e delineare scenari provocatori, ma possibili, per il nostro Paese. Sulla scena dal 2005, la nostra è una rete di scambio di conoscenza formata da più di 4.000 persone: professori universitari, imprenditori, scienziati, liberi professionisti, politici, artisti, giornalisti, scrittori, registi, esponenti dell’associazionismo”. Dalla sua parte, ha un vasto ventaglio di sponsor, tra i quali: Enel, Eni, Telecom, Vodafone, Sky, Lottomatica, Sisal, Autostrade per l’Italia, Nestlé, Farmindustria, il gruppo Cremonini e fino a qualche settimana fa anche il consorzio Venezia Nuova. Quest’anno non si terrà il tradizionale incontro di agosto di VeDrò, per non far esporre il suo fondatore, già compromesso da beghe interne di partito.

A poche settimane dalla decisione della segreteria Pd sull’organizzazione del congresso autunnale, questa notizia rischia di alimentare ancora di più la dialettica dello scontro all’interno del partito. Tra l’altro, Termometro ha già raccontato la metamorfosi di Italianieuropei – ora “associazione” e non più “fondazione”, con tanto di modifica dello statuto –, “creatura” di Massimo D’Alema, che, assieme alla Fondazione Big Bang di Matteo Renzi, risulta il pensatoio democrat più influente nel panorama del centrosinistra. Da queste “associazioni di correnti” potrebbe cominciare lo scontro finale per la segreteria. Per il resto, si vedrà.

 

Fabrizio Neironi

L'autore: Redazione

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