Berlusconi, la guerra dell’Imu e il governo Letta

Pubblicato il 9 Agosto 2013 alle 16:41 Autore: Gabriele Maestri

Le ipotesi del Tesoro

Le polemiche del Pdl arrivano dopo che, in mattinata, il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni ha messo in rete nel sito del suo dicastero un documento, intitolato Ipotesi di revisione del prelievo sugli immobili, nel quale sono contenute nove possibili scenari derivanti da diversi interventi sull’Imu.

Secondo i calcoli effettuati dai tecnici del Dipartimento del Tesoro, l’esenzione totale dall’Imu per l’abitazione principale beneficerebbe 17,8 milioni di contribuenti, ma il loro beneficio aumenterebbe al crescere del reddito complessivo, per cui si parla di “effetto regressivo” e di mossa “non pienamente giustificabile sul piano dell’equità ed efficienza del tributo”. L’abolizione dell’imposta fatta in quel modo (con conseguente necessità di compensare le mancate entrate per comuni) comporterebbe un esborso di 3,4 miliardi di euro per le casse statali.

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Il documento del Ministero indica anche altre ipotesi, come l’incremento non selettivo della detrazione di base dell’IMU prevista per l’abitazione principale (costerebbe tra 1,3 e 2.7 miliardi), la rimodulazione selettiva dell’esenzione sulla prima casa (tra 1 e 2,2 miliardi), la riduzione in base all’Isee (2 miliardi, ridotti a 560 milioni se limitata ai disagiati).

Si sono immaginati anche l’intervento sull’Imu contestuale ad altri tributi (in particolare agendo sull’Irpef), la deducibilità dell’Imu per le imprese (costerebbe 1,25 miliardi di euro), la restituzione ai comuni del gettito derivante da capannoni e altri immobili (4,66 miliardi), l’abolizione dell’addizionale comunale Irpef con aumento dell’imposta (3,4 miliardi di euro), nonché l’abolizione del pagamento della prima rata Imu sospeso mesi fa per decreto (richiederebbe 2.4 miliardi).

Vari sindaci (a partire dal genovese Marco Doria e dal bolognese Virginio Merola) hanno concordato con la linea di Saccomanni che punta a una rimodulazione dell’imposta, senza una sua abolizione. Avevano già suscitato scalpore le dichiarazioni del sottosegretario all’economia Stefano Fassina (Pd), il quale aveva ricordato che “Letta non aveva parlato di eliminare del tutto e per tutti l’Imu, ma di un ‘superamento’ dell’attuale sistema di tassazione sulla casa. E poi, mica solo col Pdl sono stati presi impegni. Anche col Pd. Non ci sembra giusto non far pagare l’Imu a chi ha una casa di 400 metri nel centro di Roma, per poi non avere soldi da destinare a cassintegrati, disoccupati ed esodati o per evitare l’aumento dell’Iva”.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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