Berlusconi “agibile” con i servizi sociali?

Pubblicato il 16 Agosto 2013 alle 17:25 Autore: Gabriele Maestri

In questi giorni, in cui sull’eventualità della grazia a Silvio Berlusconi stanno intervenendo da ogni parte politica, è passata quasi sotto silenzio la via potenzialmente più indolore per consentire la cd. “agibilità politica” del leader del centrodestra.

L’aveva indicata già martedì mattina (dunque prima della nota di Napolitano), sul Sole 24 Ore la giornalista Donatella Stasio.

Quale sarebbe questa via, di cui finora quasi nessuno ha fatto parola? “Berlusconi dovrebbe chiedere l’affidamento in prova al servizio sociale che, in caso di esito positivo, «estingue la pena detentiva e ogni altro effetto penale»“.

Donatella Stasio

Vale la pena di soffermarsi almeno un po’ sulla questione: l’affidamento in prova non è previsto direttamente dal codice di procedura penale, ma dalla legge sull’ordinamento penitenziario (l. n. 354/1975), precisamente dall’articolo 47. Si tratta, come è noto, di una delle misure alternative alla detenzione in carcere, che prevede “l’assegnazione a un’associazione di volontariato o a un lavoro socialmente utile – ricorda Stasio – che ne favorisca la «revisione critica»”.

Ora, l’entourage di Berlusconi fino a pochi giorni fa aveva categoricamente escluso la possibilità che l’ex presidente scegliesse la via dell’affidamento ai servizi sociali, un po’ per una questione di immagine, un po’ perché per qualcuno sarebbe stata una sorta di accettazione della condanna. A conti fatti, invece, a Berlusconi potrebbe convenire e non poco.

“Se al termine del periodo di affidamento (dopo un anno, che con lo sconto di 45 giorni per semestre scenderebbe a 10 mesi e 15 giorni) il Tribunale di sorveglianza ritenesse positivo l’esito della prova – segnala la giornalista – cadrebbe l’effetto penale della decadenza da senatore nonché quello della successiva incandidabilità per sei anni”.

berlusconi processi factcheching

La stessa Stasio ricorda come Berlusconi abbia tempo per chiedere la detenzione domiciliare o l’affidamento in prova fino al 15 ottobre: il Cavaliere è stato condannato a quattro anni di carcere, ma dal momento che l’indulto gliene ha già condonati tre, può optare per l’affidamento visto che il limite di condanna da scontare è appunto di tre anni.

(Per proseguire la lettura cliccate su “2”)

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
Tutti gli articoli di Gabriele Maestri →