Lavitola: “Berlusconi resterà mio amico, ma decadrà”

Pubblicato il 16 Settembre 2013 alle 15:32 Autore: Gabriele Maestri

Da questa mattina Silvio Berlusconi sa di poter contare sempre, in futuro come ora, sull’amicizia personale di Valter Lavitola. 

Lavitola era diventato piuttosto noto in politica per aver editato e diretto L’Avanti!, impadronendosi della storica testata del Psi (aggiungendo al nome un articolo che non c’era mai stato), con grande scorno dei socialisti veri che sono riusciti a recuperarla ufficialmente solo alla fine del 2011.

La professione con cui è normalmente ricordato dai media, tuttavia, è quella di “faccendiere” (che, a dar retta al vocabolario Treccani, sarebbe “persona che, per conto e a vantaggio di un imprenditore privato, svolge, con metodi per lo più poco leciti, attività di mediazione tra l’imprenditore e la pubblica amministrazione”). Attualmente, anche per questo, è indagato in vari procedimenti penali ed è stato pure condannato due volte (una in seguito a patteggiamento, la seconda volta a marzo in primo grado).

valter lavitola 1

Tra i procedimenti in corso, anche quello che vede indagati per corruzione, oltre a Lavitola, proprio Berlusconi e l’ex senatore (prima Inm, poi Pdl) Sergio De Gregorio, nell’ambito della nota vicenda della “compravendita” di parlamentari risalente al 2006-2007. L’udienza preliminare legata alla vicenda questa mattina è slittata (per lo sciopero dei penalisti) e Lavitola ne ha approfittato per rilasciare alcune dichiarazioni ai giornalisti.

Silvio Berlusconi era, è e resterà mio amico“: lo ha dichiarato con chiarezza, a chi gli chiedeva conto dei suoi rapporti con l’ex Presidente del Consiglio. Proprio dalla sua posizione di amico, ha sottolineato che Berlusconi “sbaglia a fidarsi ancora di quelli che lo invitano alla prudenza”. In compenso, sul suo futuro, non vede molto sereno: “Credo che Berlusconi decadrà”.

Quanto alla sua vicenda personale, Lavitola ha lamentato di essere stato “vittima di un’attività di intelligence privata”: in particolare sarebbero state ritrovate microspie nell’abitazione in cui scontava gli arresti domiciliari. A detta del faccendiere, la stessa Procura di Napoli sarebbe stata strumento, dapprima inconsapevole, di questa attività “e ho elementi per dimostrarlo”. Per lui De Gregorio (che nella vicenda ha chiesto il patteggiamento) “ha detto tutte fesserie”, per cui si è reso necessario scrivere un memoriale, “ma non lo depositerò, perché non lancio né messaggi né pizzini”.

Gabriele Maestri

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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