Air France: “Il costo di Alitalia non ci spaventa”. I francesi fanno rotta su Malpensa

Pubblicato il 25 Settembre 2013 alle 13:57 Autore: Francesco Di Matteo
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Air France: “Il costo di Alitalia non ci spaventa”. I francesi fanno rotta su Malpensa

Inizia la svendita dei settori strategici dell’industria italiana, come da qualcuno preannunciato già qualche tempo fa. Dopo le indiscrezioni circa l’operazione Telecom Italia, si vocifera, soprattutto sui giornali francesi, di una imminente offerta di Air France-KLM per Alitalia. Zanonato “solo ricostruzioni giornalistiche”.

La compagnia aerea di bandiera, Alitalia, sta per perdere il tricolore. Infatti il bilancio vede una situazione economica pessima, con oltre un miliardo di debiti, tra quelli, fisiologici, con i fornitori e quelli con le banche. Dai media francesi però arrivano indicazioni precise dal gruppo franco-olandese: “l’affare è alla portata, non abbiamo paura dei debiti”. Negli ambienti finanziari, quindi, c’è una buona sensazione e si crede che l’affare si farà.

Ora c’è da individuare solo la strategia da portare avanti. Attualmente il gruppo franco-olandese detiene già il 25% della gruppo industriale. Le alternative per Air France sono due. Potrebbe portare sostenere l’aumento di capitale, arrivando fino alla soglia del 50% diventando azionista di maggioranza e implementando l’azienda con una seria politica industriale, il vero elemento mancante della gestione della compagnia di bandiera. A dar peso a questa ipotesi è la clausola secondo cui Air France, almeno fino a ottobre, ha la priorità assoluta tra eventuali acquirenti. Seconda possibilità, più rischiosa, è quella di attendere la fine del processo che vede implicata l’azienda per acquistare per un prezzo molto basso il gruppo. Questa seconda possibilità è molto più rischiosa poiché, visti i tempi più lunghi, potrebbero farsi avanti altri possibili investitori. Il rischio è aumentato dopo le parole di James Hogan, ceo e presidente di Etihad Airways, che ha detto che la sua azienda è favorevole ad “aumentare le partecipazioni con altre compagnie di volo, tuttavia daremo precedenza a Jet Airways ed al mercato indiano”. Parole di apertura alla questione Alitalia, quindi, anche se vista come non prioritaria ma che potrebbero far scattare il campanello d’allarme in casa Air France che, di conseguenza, potrebbe optare per un acquisizione veloce.

A margine di un incontro a Portogruaro, il ministro per lo Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, ha smentito le indiscrezioni di una imminente vendita di Alitalia. “Sono solo ricostruzione giornalistiche, non c’è niente di concreto per ora”. L’eventuale vendita di Alitalia ai francesi sarebbe, per la politica e l’industria italiana. Risale solo a 5 anni fa il “salvataggio” di Alitalia. Era il 2008 quando Alitalia, prossima al fallimento, stava per essere acquistata da Air France. A quei tempi il governo, in primis Padoa Schioppa, aveva bussato alla porta di decine di imprenditori per cercare di far rimanere Alitalia agli italiani, ma nessuno si era mostrato disponibile a fare quest’operazione. L’allora ministro dell’economia disse di sentirsi come “un’ambulanza che sta portando il paziente nell’unica clinica disposta ad accettarlo”. Durante la campagna elettorale la questione viene portata all’ordine del giorno dai media nazionali e Berlusconi battagliò promettendo una cordata di italiani per l’acquisto di Alitalia. La cordata, formata da Riva, Mercegaglia, Benettone e Banca Intesa, c’è poi stata ma il salvataggio, come oggi possiamo ben vedere, non c’è mai stato. Ora siamo allo stesso punto di 5 anni fa, con la differenza che l’Italia incasserà molto meno per la vendita di Alitalia e che, per il salvataggio della stessa, ha speso in 5 anni quasi 5 miliardi di euro.

Francesco Di Matteo

L'autore: Francesco Di Matteo

Napoletano classe '92. Laureato in Scienze Politiche e delle relazioni internazionali alla Federico II di Napoli nel 2014, è appassionato di giornalismo e in particolare di politica, di analisi politica e di Scienza Politica, in generale. Tesserato a Libera, in passato ha ricoperto la carica di Coordinatore Regionale a livello giovanile nell'Italia dei Valori (2012). Cofondatore dell'associazione Agorà - Lavoro, Partecipazione e Libertà. Attualmente collabora anche con "Il Roma" ed è co-fondatore della testata indipendente "Libero Pensiero".
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