Pdl, dimissioni di massa con Berlusconi decaduto

Pubblicato il 25 Settembre 2013 alle 19:01 Autore: Gabriele Maestri

Dimissioni di massa in segno di vicinanza al Cavaliere. E’ questo il gesto eclatante che hanno in mente i parlamentari del Pdl per protestare contro la decadenza di Silvio Berlusconi che verrà votata in Giunta per l’Immunità il 4 ottobre prossimo. Alla proposta i parlamentari azzurri riuniti nella sala della Regina hanno risposto con una acclamazione davanti allo stesso ex premier. I vertici del Pdl, appurata la disponibilità a dimettersi dei parlamentari, dovranno mettere a punto vari passaggi formali che nascondono anche vari problemi di procedura (alle dimissioni dovrebbe far seguito il reintegro delle assemblee, con il subentro dei primi non eletti in ogni circoscrizione, ma in teoria potrebbero dimettersi anche loro, con conseguenze difficilmente prevedibili).   Berlusconi Berlusconi “Operazione eversiva” – Il Cavaliere è intervenuto all’assemblea dei gruppi parlamentari Pdl attaccando magistratura e sinistra. “E’ in atto un’operazione eversiva” ha detto il leader del Pdl rivelando anche il suo stato fisico debilitato dalla sentenza. “Ho perso 11 chili in questi ultimi 55 giorni, un chilo per ogni anno di galera che mi vorrebbero far fare”. Poi lancia un messaggio di sfida alla sinistra “La sinistra tripudia perché pensa di aver aperta la strada verso il potere avendomi condannato. Si illudono”. Berlusconi ha ricevuto l’appoggio di tutto il Pdl per bocca del segretario Angelino Alfano. “ Il punto di sostanza è uno: siamo un partito che non ha intenzione e che non farà l’errore dei partiti della Prima Repubblica, perché questo partito non si dividerò, è unito e resterà tale. Perché è stretto intorno al suo leader, al quale è legato dall’affetto, dalla stima e dalla forza degli ideali comuni”.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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