Speciale Nordland, Norvegia: Solberg verso la formazione del governo
Fino a oggi il Partito del Progresso non ha mai puntato i piedi: ha dimostrato collaborazione e propensione al dialogo.
Una delle frasi più utilizzate da Siv Jensen nel corso di questi giorni è stata “bisogna dare per ottenere”, una sorta di inno al compromesso che non tutti s’aspettavano. Ma la domanda è: resterà questa la linea del partito anche nelle prossime ore? Se così non fosse, per Solberg potrebbe essere complicato trovare un’intesa su argomenti delicatissimi come la politica economica.
Quel che è certo è che Erna Solberg ha fallito il suo primo obiettivo. Non ci sarà un governo formato da quattro partiti, non ci sarà quel governo che lei si era augurata di guidare. E questo, sottolinea il quotidiano Aftenposten, potrebbe avere ripercussioni anche sulla vita politica della Norvegia negli anni a venire. Un esecutivo larghissimo com’era nei piani di Solberg le avrebbe quasi certamente garantito una rielezione nel 2017, aveva scritto più di qualche commentatore. Ora, tutto questo non è più scontato.
Ma anche la navigazione nel presente sarà più burrascosa. Frank Aarebrot, esperto di politica norvegese, ha sottolineato che per Solberg s’è concretizzata la peggiore delle soluzioni possibili: un governo di minoranza in coabitazione col Partito del Progresso, il quale può essere indicato come il vincitore di questa prima parte.
Siv Jensen non voleva far parte di un esecutivo insieme al Partito Liberale e al Partito Cristiano Popolare e così è stato: con i due alleati minori in seconda fila – determinanti nei numeri ma pur sempre un passo indietro – il Partito del Progresso potrà far valere le proprie idee con più forza. Se l’azione di governo dovesse diventare un braccio di ferro continuo, alla lunga a uscirne logorata sarebbe proprio Erna Solberg.