Ecco cosa Berlusconi ha promesso alla UE

Pubblicato il 31 Ottobre 2011 alle 20:46 Autore: Matteo Patané

La prima parte della lettera, intitolata “I fondamentali dell’economia”, illustra l’andamento di alcuni indicatori economici del Paese allo scopo di confrontarli con quelli degli altri Paesi d’Europa.
L’apertura è assolutamente roboante:

Il Governo italiano ha risanato i conti pubblici e conseguirà l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013.

Il semplice dettaglio delle affermazioni successive mitiga tuttavia questa affermazione: gli indicatori presi in considerazione sono PIL e relativo rapporto deficit/PIL, per i quali vengono presentare prospettive ottimistiche per il futuro – e correzioni sui dati del passato – senza riferirle alla nostra situazione attuale; inoltre vengono offerti dettagli spot relativi al nostro bilancio, indicando come informazione chiave la riduzione del rapporto debito/PIL a partire dal 2012.
L’idea che emerge da questi passaggi della lettera è quella di un Paese già avviato sulla via del risanamento, e questo psicologicamente lascia passare come messaggio l’idea che il Governo consideri quasi inutili le riforme che ci chiede l’Europa. Di nuovo, più che una rivendicazione del proprio operato, una mancata assunzione di responsabilità per quanto verrà approvato nei prossimi mesi.

La seconda parte della lettera, dal titolo “Creare condizioni strutturali favorevoli alla crescita”, è il cuore del documento (sei pagine su nove nella versione linkata) e riguarda proprio le riforme che il Governo si impegna a intraprendere dinanzi all’Europa per stimolare l’economia del Paese. Il capitolo si compone di un preambolo in cui vengono calendarizzati alcuni generici interventi di liberalizzazione della concorrenza e semplificazione normativa, nonché di riforma del mercato del lavoro, senza tuttavia entrare nel dettaglio, almeno in questo passaggio, delle modifiche da intraprendere.
Allo stesso modo viene affrontato il tema del dualismo nord-sud, dove viene dettagliato un flusso gestionale per l’utilizzo dei fondi europei ma solo un passaggio molto generico al loro effettivo impiego.
È nella parte successiva di questo secondo capitolo della lettera che trova spazio il capitolo di maggiore dettaglio dei programmi del Governo, strutturati in un elenco di nove punti:

  • promozione e valorizzazione del capitale umano
  • efficientamento del mercato del lavoro
  • apertura dei mercati in chiave concorrenziale
  • sostegno all’imprenditorialità e all’innovazione
  • semplificazione normativa e amministrativa
  • modernizzazione della pubblica amministrazione
  • efficientamento e snellimento dell’amministrazione della giustizia
  • accelerazione della realizzazione delle infrastrutture ed edilizia
  • riforma dell’architettura costituzionale dello Stato

La lettera assegna molto spazio al dettaglio e alla spiegazione di questi punti, tuttavia, ad una lettura più approfondita, ci si rende conto di come buona parte del testo sia relativo a linee-guida di altissimo livello e al dettaglio dei provvedimenti già messi in atto dall’esecutivo. I provvedimenti concreti che il Governo intende mettere in campo nel prossimo futuro possono quindi essere riepilogati nel seguente elenco.

  • Si propone una liberalizzazione della gestione delle rette universitarie unita ad una maggiore dipendenza dei finanziamenti statali sulla base dei parametri ANVUR; si tratta, specie nella prima parte, di una riforma da sempre nel cuore della destra italiana, è tuttavia da rimarcare che difficilmente avrà impatti immediati nel fronteggiare la crisi economica in cui versiamo
  • In tema di occupazione vi sono riferimenti generici a misure di incentivo all’assunzione femminile e giovanile nelle aree del sud, senza che però il Governo esprima misure in grado di creare lavoro; riprendendo un tema forse più caro alla sinistra, l’esecutivo pare intenda varare misure di stampo puramente assistenzialista
  • In tema di liberalizzazioni e concorrenza le uniche nuove misure di cui si parla sono quelle volte a favorire la concorrenza nel settore automobilistico (carburanti e assicurazioni), oltre ad un potenziamento delle autorità competenti in materia di concorrenza.
  • A supporto delle imprese il Governo intende introdurre una fiscalità di vantaggio per le ricapitalizzazioni e più semplici sistemi di certificazione del debito.
  • Lo snellimento della pubblica amministrazione verrà ottenuto con strumenti di cassa integrazione, riduzione del salario e del personale e progressivo affidamento a consulenze esterne.
  • Defiscalizzazione per le imprese private che parteciperanno alla realizzazione di infrastrutture di utilità pubblica e utilizzo dei beni dello Stato come garanzia allo scopo di agevolare i mutui per le giovani coppie.
  • Infine, una serie di riforme costituzionali volte a snellire l’architettura dello Stato, con riduzione del numero di parlamentari, abolizione delle province, introduzione del vincolo di bilancio in Costituzione e riforma dell’art. 41

(per continuare la lettura cliccare su “3”)

L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
Tutti gli articoli di Matteo Patané →