Quel rapporto flessibile tra Renzi e la sinistra toscana

Pubblicato il 3 Novembre 2011 alle 12:59 Autore: Carlandrea Poli
renzi

Anche se quest’ultimo non dovesse scendere nell’agone delle primarie è evidente però che la rottamazione di Renzi entrerà ben presto in collisione con la voglia di rinnovamento degli stessi democrat toscani. Essenzialmente per due motivi: la visione della società e la conseguente visione della forma di partito. Mentre i democrat, sia giovani sia stagionati, sono eredi di due grandi tradizioni di sinistra convinti del valore della militanza, dietro al sindaco di Firenze ci sono studenti, lavoratori e professionisti con una collocazione sfumata, che oscillano fra il centrosinistra e il centrodestra – senza mai andare toccare le ali estreme – con idee così di confine da essere inimmaginabile vederli assumere un vincolo così importante come prendere una tessera e fare vita di partito. Liquidarli con le battute da militante esperto, del tipo “non sopravvivrebbero neppure un minuto alla vita di sezione” sarebbe riduttivo, ma ci racconta una mezza verità. Renzi dunque è isolato in casa propria? Neanche per idea. Renzi gode del più vasto consenso di opinione nella sua Firenze e in buona parte della Toscana, ma l’impresa più dura sarà portarlo dentro ad un partito fatto di stanze, persone in carne e ossa, ma soprattutto di politique politicienne.

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L'autore: Carlandrea Poli

Nato a Prato il 27/06/1987 giornalista pubblicista, ha cominciato a collaborare con alcune testate locali della sua città per poi approdare al Tirreno. Appassionato delle molte sfaccettature della politica, ha una predilezione per la comunicazione, l'economia e il diritto. Adora il neomonetarismo, l'antiautoritarismo della scuola di Francoforte e prova a intonare nel tempo libero con scarso successo le canzoni di Elisa Toffoli. Su Twitter è @CarlandreaAdam
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